di Guido Pollice ed Ermete Ferraro.
I tragici avvenimenti cui abbiamo assistito, e le troppe reazioni ipocrite che abbiamo registrato di fronte allâatto di pirateria e di terrorismo posto in atto da Israele, richiedono una fermezza ed una chiarezza che non si nasconda dietro a nessun âseâ e nessun âmaâ. Ci hanno abituato alle mezze parole, alle frasi ambigue ed untuosamente diplomatiche e, anche in questo caso, non si è mancato di evocare gli spettri dellâantisemitismo e del terrorismo filo-arabo, per offrire impossibili giustificazioni ad un sanguinoso e premeditato atto di guerra, perpetrato dalle forze armate israeliane contro una spedizione umanitaria internazionale ed assolutamente disarmata.
Da ecologisti e da pacifisti sappiamo bene che nessuna realtà è mai del tutto bianca o nera e che le rigide contrapposizioni di principio vanno evitate, nella misura in cui non aiutano a risolvere i conflitti e rischiano di demonizzare le diversità . Non possiamo però tacere di fronte ad uno sfrontato atto di terrorismo di stato, che ha fatto strage non solo di esseri umani inermi, ma anche di qualsiasi rispetto del diritto internazionale, che mette al bando gli interventi di guerra contro civili e non ha mai giustificato lâaggressione e lâoppressione di un intera popolazione, costretta a sopravvivere a stento in un carcere a cielo aperto. Da ecopacifisti, quindi, protestiamo ancora una volta contro lâassurdo sequestro da parte degli Israeliani della comunità palestinese, cui gli attivisti per la pace e i diritti umani della âFreedom Flotillaâ stava portando aiuti umanitari e la solidarietà di chi non può accettare che un popolo viva da schiavo sul proprio territorio. Gaza e le altre cittadine di quellâarea devono vivere liberamente ed esercitare i loro diritti, che si riassumono nel binomio terra e libertà , resi impossibili dallo stato dâassedio e dâembargo, che perpetuano lo stato di guerra.
Un principio irrinunciabile per chi, come noi, difende da sempre la pace e lâambiente, intendendole non come problematiche giustapposte ma come due facce della stessa lotta alla violenza ed allo sfruttamento, è quello sancito dallâart.3 della âCarta della Terraâ: â Costruire società democratiche che siano giuste, partecipative, sostenibili e pacificheâ. Ciò significa, come precisa quel fondamentale documento: â (a) Assicurare che le comunità a ogni livello garantiscano i diritti umani e le libertà fondamentali e forniscano a tutti l’opportunità di realizzare appieno il proprio potenziale. (b) Promuovere la giustizia sociale ed economica, per permettere a tutti di raggiungere uno standard di vita sicuro e dignitoso, che sia ecologicamente responsabile.â. Ecco perché VAS, insieme con altre organizzazioni ecologiste e pacifiste, si è battuta e si batterà sempre perché la comunità internazionale esca dalle ambiguità e non si limiti a condannare a parole uno Stato che, di fatto, continua a godere di una vergognosa impunità . Esso, invece, va sanzionato con provvedimenti chiari ed efficaci, che mettano al bando il terrorismo bellicista del governo dâIsraele e ne colpiscano i ramificati e potenti interessi economici, che sono poi gli stessi che gli garantiscono tale copertura.
âPromuovere una cultura della tolleranza, della nonviolenza e della paceâ â per citare ancora la âCarta della Terraâ â significa sostenere la solidarietà e la cooperazione internazionale, ma anche adoperarsi per adottare strategie di azione che, rigettando la violenza, impieghino tecniche dâazione fondate sulla non collaborazione, sul boicottaggio e sullâopposizione ad ogni forma di militarismo, di consolidamento del complesso militare-industriale e di proliferazione nucleare. Ecco perché VAS condanna lâomicida e suicida politica dello Stato dâIsraele e si associa a quanti chiedono con forza unâinchiesta internazionale sui tragici avvenimenti di questi giorni e lâadozione di dure sanzioni economiche contro chi ne è stato protagonista e, da troppo tempo, sta condannando il popolo palestinese alla disperazione, violandone i diritti umani elementari. Ma dei governi, a partire dal nostro, non ci fidiamo e perciò, da nonviolenti, aderiamo alla campagna di boicottaggio âdal bassoâ degli interessi economici dâIsraele. Da eco pacifisti, non possiamo accettare una logica di sopraffazione dei diritti e di terrorismo di stato e dunque ci schieriamo con chi non si rassegna alla violenza ed allâoppressione e non intende tacere, rendendosi così complice di chi ne è responsabile.
(C) WWW.VASONLUS.IT – 7 GIU. 2010