Etimostorie n.7 : COSTRUIRE vs DISTRUGGERE

Mai come in questo momento – segnato da crisi di ogni genere e dallo sconvolgimento degli equilibri precedenti – avvertiamo il bisogno di costruire qualcosa di più saldo e di migliore. Di fronte alle distruzioni provocate dalla guerra, dalle catastrofi climatiche e dalla crescita delle disuguaglianze sociali ed economiche, infatti, sentiamo l’esigenza di ricostruire ciò che è stato brutalmente fatto a pezzi, si tratti di edifici, ponti ed altre infrastrutture urbane, ma anche di modalità di produzione, di relazioni internazionali e di rapporti umani deteriorati.

Una delle priorità fondamentali – dichiarate spesso solo sulla carta ma poco avallate concretamente dalle scelte politiche e amministrative – è quella di garantire a tutti il diritto all’istruzione, considerato giustamente uno di quelli basilari, su cui costruire una società più equa, solidale e rispettosa della natura.

Anche in questo caso, approfondire etimologicamente la connessione che esiste tra concetti che utilizziamo spesso – come appunto ‘distruggere’, ‘costruire’ e ‘istruire’ – potrebbe aiutarci a comprendere, e forse a risolvere, problematiche di tale portata. Scoprire il senso vero, originario, delle parole che usiamo ci abilita infatti a comprenderne l’essenza, racchiusa nelle antichissime radici dalle quali sono nati vocaboli che oggi ci sembrano privi di ogni collegamento tra loro, ma che ne racchiudono misteriosamente il cuore semantico.

Quando pensavo di soffermarmi su questi tre verbi, d’altra parte, ho scoperto che la mia riflessione nel merito non[LS1]  era affatto originale. Un altro etimofilo, infatti, aveva già trattato il nesso che intercorre tra verbi come costruire e distruggere, che nella forma italiana non appare del tutto evidente. Francesco Varanini – politologo, editore, docente di ‘informatica umanistica’ e fondatore di Assoetica[i] – si è soffermato proprio su questo tema.

“I verbi italiani distruggere e costruire sembrano all’apparenza privi di connessioni. Ma basta risalire al latino per vedere -l’uno accanto all’altro, l’uno il rovescio della medaglia dell’altro- il de-struere ed il con- struere. Il latino struos discende dalla radice indoeuropea ster- ‘essere rigido’, ‘duro’, e quindi ‘stendere’, ‘distendere’, ‘dispiegare’. Da cui il sanscrito strnoti, ‘tirare giù’, ‘spargere’; il greco stornymi, ‘spargere’; il latino sternere, ‘distendere’, ‘coricare’; lo slavo stira, ‘spiegare’, il russo stroji, ‘ordine’.Struere è ammassare, accumulare, stratificare: anche l’italiano strato discende da struere.L’etimologia ci rimanda ad una immagine precisa: all’inizio non c’è che una catasta, un mucchio. Poi via via gli elementi si accumulano”.  [ii]

Ecco: struere indicava i[LS2] n origine l’atto di ammassare elementi, di sovrapporre pietre per realizzare un muro, una protezione, delimitando un territorio, una realtà propria. Ma, come spiegano i dizionari etimologici [iii], il prefisso ‘cum’ di co-struire indica più di un semplice accumulo di parti, bensì una composizione ordinata, una ‘struttura’ che nasce da un’idea, un progetto da realizzare materialmente.

Cum-struere è quindi un’azione consapevole, positiva, che imita di fatto la strutturazione della materia, che mette insieme atomi e molecole secondo una logica interna, un ordine naturale. Il guaio è che questo lento e paziente lavoro di costruzione (si tratti di edifici come di relazioni) può essere azzerato in molto meno tempo da ciò che lo de-struttura, cioè dalla forza maligna della distruzione. De-struere è infatti l’esatto opposto di cum-struere, con la differenza che quel ‘de-‘ non richiede necessariamente il lavoro comune richiesto da chi costruisce qualcosa.  E quando proprio non si riesce a distruggere un’opera costruita da altri, la si può sempre ob-struere, cioè bloccare, interrompere, ostacolare.[iv]

E’ abbastanza evidente che questo excursus etimologico non è fine a se stesso, ma invita a riflettere sull’importanza di comportamenti ed atteggiamenti che puntino nonviolentemente a costruire anziché a distruggere. Del resto ogni progetto sociale e politico alternativo prevede comunque una pars destruens (la critica, l’opposizione, la non-collaborazione…) che deve però essere seguita sempre da quella construens, quella che Gandhi chiamava appunto il constructive program.

In-struere è la premessa per ogni realtà costruttiva, perché l’istruzione è proprio la condizione necessaria per realizzare un progetto consapevolmente e nel modo più giusto e corretto. Se è vero che struere vuol dire collocare a strati, connettere elementi, è ancor più vero che l’organicità e positività di tale azione dipende dalla conoscenza della tecnica costruttiva, qualcosa che deve essere appreso e che qualcuno deve pur insegnare. Istruire, quindi, è il modo migliore per costruire ed opporsi alla negatività della distruzione.

Mai come adesso, come dicevo all’inizio, c’è bisogno di uscire dalla spirale distruttiva delle piaghe che si sono abbattute sulla nostra esistenza quotidiana, si tratti di epidemie, crisi ecologiche, carestie o guerre. In realtà questi flagelli hanno costantemente afflitto l’umanità ed hanno riguardato anche i nostri tempi, ma non sempre ne siamo stati consapevoli oppure abbiamo preferito ignorarli quando non ci toccavano da vicino. Ma la globalizzazione e la stretta interconnessione di un mondo sempre più strutturato ci costringono ora a prenderne coscienza e a cambiare radicalmente rotta. Le alternative a modelli di sviluppo energivori, iniqui e distruttivi ci sono ma vanno costruite giorno per giorno, pazientemente e un mattone alla volta, avendo però in mente una strutturazione radicalmente diversa delle relazioni, da quelle interpersonali a quelle internazionali. Istruire al cambiamento è il primo passo per renderlo fattibile, e proprio per questo dobbiamo stare molto attenti alla de-strutturazione in atto del modello scolastico egualitario ed antiautoritario per sostituirlo con quello che punta solo ad una visione mercantile della società e dell’economia.

La pace, la giustizia e la corretta relazione con l’ambiente si costruiscono e vanno difese da ciò che tende a destrutturarle in nome del profitto e del dominio. Partire dalla consapevolezza del vero senso di queste parole è già un primo passo per andare in questa direzione.

Note


[i] Cfr. https://www.francescovaranini.it/curriculum-e-bibliografia/breve-presentazione-di-francesco-varanini/

[ii] https://www.bloom.it/2013/04/distruzionecostruzione/?p=1611

[iii]  Cfr. https://www.etimo.it/?term=costruirehttps://www.treccani.it/vocabolario/costruire/

[iv] https://www.etimo.it/?term=ostruire

© 2022 Ermete Ferraro