di Ermete Ferraro
Tutti i giornali hanno riportato la notizia dell’indagine svolta da una ONG ambientalista tedesca, dalla quale risulta che l’Italia – fatta la tara delle chiacchiere di facciata – è tra gli ultimi Paesi europei ad impegnarsi davvero nella lotta al riscaldamento globale, operando scelte coraggiose e coerenti per ridurre i gas-serra che ne sono la causa. Beh, non è che sia proprio una novità, a dire il vero, ma vederci confinati al 41° posto di quella graduatoria degli "eco-virtuosi" (dietro a Cina ed India , che pure qualche motivo in più avrebbero per inseguire il miraggio dello "sviluppo" tradizionale…) è innegabilmente un brutto colpo alla già ridotta credibilità dei governi di centro-sinistra che si sono succeduti. In essi, infatti, i Verdi e la c.d. "sinistra radicale", anche in questo caso specifico, sembrano aver svolto un ruolo estremamente marginale e residuale. Non è poi tanto strano, allora, che gli Italiani comuni – e soprattutto quelli che li hanno votati – si chiedano a che diavolo sia servito fare una scelta alternativa al liberismo sviluppista ed energivoro del fronte conservatore, se i risultati – a livello nazionale come a quello di amministrazioni locali e regionali – sono così sconfortanti…
Il ministro-leader dei Verdi nostrani dice che questi dati sono la prova che l’Italia ha bisogno di una svolta più decisa nelle politiche di contrasto alle emissioni dannose per l’ambiente e che la svolta sulle energie pulite e rinnovabili resta troppo debole. Bravo, bravo! Ma a chi lo sta dicendo? Si tratta di una discreta allusione ai suoi soci di governo, che non solo nicchiano sulle scelte strategiche di fondo e si accontentano delle apparenze, ma si sono trovati del tutto compatti, invece, nell’appoggiare e finanziare l’avventura neo-nuclearista – alla faccia della volontà popolare diventata legge? O, per caso, sta garbatamente bacchettando il potenziale e riluttante elettorato "ambientalista", poiché continua a dare ai Verdi una fettina di consensi troppo esigua perché il loro "lìder maximo" possa permettersi di alzare la voce con i suoi infidi alleati di governo? Quello che è certo è che un governo che cerca di riportare l’Italia nel club nuclearista, che combatte solo con gli slogan l’effetto serra, che aumenta spaventosamente le spese militari e che si balocca con le ingegnerie elettorali mentre la situazione degenera pericolosamente, non rappresenta affatto chi voleva davvero voltar pagina. Ecco perchè gli ambientalisti e gli ecopacifisti non devono rassegnarsi né mimetizzarsi opportunisticamente con questo penoso ambiente politico, ma svolgere invece il ruolo di denuncia e proposta che gli spetta.
ottimo blog
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Caro Ermete…
Sul sito nonviolenti.org non sono riuscito a trovare il manifesto del Movimento Nonviolento. Ormai sono uscito da Rifondazione, e avrei intenzione di entrare in una rete pacifista come Lilliput, Beati i costruttori di pace, Pax Christi o lo stesso movimento nonviolento.
Pero’ ho ancora qualche dubbio.
Il piu’ grande e’…
Cosa dicono questi movimenti in merito, ad esempio, alla resistenza antifascista? La lotta popolare, in casi estremi, e’ forse consentita?
Se si, in base a quali parametri si definiscono i “casi estremi”?
Quando hai un po’ di tempo, puoi anche rispondere qui….Ti ringrazio in anticipo…ciao!
Saluti pacifisti e grazie ancora…
Lorenzo
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