IL PECCATO DELLE ARMI

« Cosa possiamo fare contro la guerra? Naturalmente sempre difendere il messaggio della pace, coscienti che la violenza non risolve mai un problema, e rafforzare le forze della pace. […] Direi anche che deve finalmente cessare l’importazione di armi, perché senza l’importazione della armi la guerra non potrebbe continuare, invece dell’importazione delle armi che è un peccato grave si dovrebbe importare idee di pace, creatività, trovare soluzioni da accettare ognuno nella sua alterità e dobbiamo quindi nel mondo rendere visibili il rispetto delle religioni, gli uni degli altri, rispetto dell’uomo come creatura di Dio, l’amore del prossimo come fondamentale per tutte le religioni». http://www.korazym.org/index.php/attivita-del-papa/2-il-papa/2998-la-conferenza-stampa-di-benedetto-xvi-durante-il-volo-per-beirut-testo-integrale.html   

   Questa netta e coraggiosa dichiarazione di Benedetto XVI, pronunciata giorni fa nella conferenza stampa in occasione della sua partenza per il Libano, è stata riportata da molti quotidiani e notiziari radiotelevisivi, però pochi sono stati i commenti su queste inequivocabili parole del Papa. Evidentemente è meglio glissare su quest’affermazione, tanto più autorevole in quanto il suo autore non è un semplice missionario o un attivista nonviolento, ma il massimo esponente del Cattolicesimo. La frase estrapolata dall’intervista rispondeva ad una domanda relativa al conflitto siriano: non si trattava quindi d’un generico monito sul piano etico contro il commercio d’armi, bensì d’un chiaro riferimento al nuovo bagno di sangue alimentato dalla dittatura di Assad, ma anche da quelli che lucrano su quel conflitto, piazzando cinicamente armi ad entrambi i contendenti. Senza vendita di armamenti la guerra non potrebbe continuare, ha argomentato il Pontefice, e perciò l’export di armi è un oggettivo e grave peccato. Direi che, mai come in questo caso, il termine “peccato mortale” suona particolarmente appropriato, visto che non si tratta solo di un’azione spregevole sul piano morale e religioso, ma d’un vero e proprio attentato alla stessa vita. Il primo imperativo morale per un cristiano di fronte a questa strage di vite umane, quindi, dovrebbe essere rifuggire da questo peccato e farsi portatore di idee di pace. Le uniche proposte per un credente nel Vangelo di Cristo, ha ribadito Benedetto XVI,  non possono mai essere distruttive, ma creative, rispettose e fondate sull’amore.

Da pacifista, devo dire che ho particolarmente apprezzato questa dichiarazione, che suona come condanna senza se e senza ma della più disastrosa delle attività economiche mondiali, purtroppo tutt’altro che in crisi in questo pur travagliato periodo. Non si tratta infatti di un’argomentazione sottile e sopra le righe né di un’affermazione rivestita di veli diplomatici. Il Capo della Chiesa Cattolica ha affermato  – stavo per dire “papale papale”…- che chi importa (ed esporta) strumenti di guerra commette un grave peccato. Che non si tratti di un concetto neutro mi pare evidente, soprattutto se ci fermiamo un attimo a riflettere  sulla mostruosità dell’attuale corsa agli armamenti e sulla devastante diffusione di focolai di guerra ovunque. La classifica mondiale dei “peccatori” contro la vita e la pace resta tuttora guidata dagli Stati Uniti, i cui verdi bigliettoni recano da sempre impresso il blasfemo motto “In God we trust” (Noi crediamo in Dio).  Da recenti dati del SIPRI (http://www.sipri.org/yearbook/2012/files/SIPRIYB12Summary.pdf ) emerge con evidenza che le esportazioni di armi degli USA (che per il 2011 sono stati in testa anche alla classifica delle spese militari, con l’incredibile cifra di 711 miliardi di dollari…) rappresentano addirittura il 30% del totale di questo dannato traffico. Segue a ruota la Federazione Russa col 24%, ma poi si scende (si fa per dire…) al 9% di Germani a ed all’8% della Francia. Secondo l’autorevole istituto di ricerca sulla pace di Stoccolma, la cattolica Italia si piazza comunque nona in questa peccaminosa “top 10” di mercanti d’armi, esibendo per di più con deprecabile fierezza anche il suo ottavo posto nella classifica mondiale delle aziende produttrici di strumenti di morte. Esso è stato infatti detenuto nel 2010 dall’azzurra Finmeccanica, con 14.410 milioni di dollari di fatturato in vendita di armamenti ed un profitto netto di 738 milioni di dollari (solo un quarto di quello portato a casa dalla statunitense Lockeed Martin).

Quasi quarant’anni fa Alberto Sordi fu protagonista e regista del film “Finché c’è guerra c’è speranza”, nel quale interpretava magistralmente il ruolo di Pietro Chiocca, un commerciante di pompe idrauliche ‘convertitosi’ al molto più lucroso mestiere di mercante d’armi, col quale manteneva nel lusso la sua esosa famigliola. Eppure proprio dalla moglie e dai figli gli arriverà una reazione di sdegnato disprezzo, quando un noto quotidiano ne sbatterà la foto sulle sue pagine, accanto allo sferzante titolo “Ho incontrato un mercante di morte”. Ma Pietro Chiocca non ci sta e reagisce duramente e smaschera la loro ipocrita ed egoistica reazione,concludendo con queste parole: « Perché vedete… le guerre non le fanno solo i fabbricanti d’armi e i commessi viaggiatori che le vendono. Ma anche le persone come voi, le famiglie come la vostra che vogliono vogliono vogliono e non si accontentano mai! Le ville, le macchine, le moto, le feste, il cavallo, gli anellini, i braccialetti, le pellicce e tutti i cazzi che ve se fregano! …Costano molto, e per procurarsele qualcuno bisogna depredare!  Ecco perché si fanno le guerre!…».

Ebbene, in questo squallido mondo di mercanti d’armi e di tanti che su di quest’odioso traffico hanno fondato e fondano la loro prosperità, ben venga la chiarezza di chi, semplicemente e senza giri di parole, ha dichiarato dall’alto della propria autorevolezza che tutto ciò è un “grave peccato”, che va quindi condannato. Ancor più apprezzabile mi è parso che il Pontefice non si sia limitato a deprecare l’esportazione di armamenti, ma abbia auspicato che i cristiani diventino finalmente esportatori di idee di pace, di rispetto delle diversità, di slancio creativo. Certo, questo significa che da parte della Chiesa Cattolica ci si aspetterebbe la stessa, lodevole, chiarezza e coerenza anche in altre circostanze. Ad esempio, nel caso dell’Italia, respingendo l’untuosa protezione da parte di politici che ostentano la loro bigotteria solo quando si tratta di aborto o d’eutanasia, senza però minimamente preoccuparsi di proporre e votare atti di aggressione armata e di esaltare la nostra industria bellica. Certo, la guerra ed il commercio di armi sono un peccato. Peccato però che, a quanto pare, nessuno sembra essersene accorto…

© 2012 Ermete Ferraro (https://ermeteferraro.wordpress.com )

Un commento su “IL PECCATO DELLE ARMI

  1. Salmodia contro le armi
    di David Maria Turoldo
    Salmodia contro le armi
    (appello a tutti gli operai)

    Anche la Cina fabbrica armi,
    speravo, pensavo, dicevo:
    almeno la Cina! Basterebbe
    che la Cina si mettesse a camminare;
    cammini e basta, la Cina!
    Così cantavo: cento
    milioni in cammino, duecento
    milioni in cammino, cinquecento
    milioni in cammino…
    Invece è ferma,
    ferma come un oceano gelato.
    Sognavo sì, che esplodesse la Cina;
    ma di pura esplosione biologica.
    Chi arresta la vita?
    Chi può soffocare una fonte?
    Invece neppure la Cina.
    Anzi, anche la Cina – estrema illusione –
    si mette a imitare l’Occidente:
    il male del mondo è l’Occidente.
    E il peggiore dei mali è che tutto
    tutto si fa occidentale.
    E non solo per la questione delle armi,
    perfino in religione
    la malattia mortale è l’Occidente.
    Tutti giurano sulla Bibbia
    e intanto fabbricano armi.

    L’America fabbrica armi
    la Russia fabbrica armi
    tutta l’Europa fabbrica armi.
    L’America vende armi
    l’Inghilterra e la Svezia vendono armi
    la Francia e il Belgio e l’Olanda vendono armi
    perfino l’Italia – il più festoso paese
    d’Europa – vende armi…
    Di chi sono le armi del Medio Oriente e d’Israele?
    Di chi sono le armi del Sud-Africa,
    dell’Angola, del Mozambico?
    Di chi erano le armi del Biafra?
    Di chi sono le armi del Vietnam,
    del Vietcong, della Cambogia, dell’Indonesia?
    Armi nucleari, armi atomiche,
    missili, contromissili, armi chimiche,
    gas nervino, armi batteriologiche,
    armi psicologiche, armi
    armi armi!
    E torture!

    Due volte distrutta la terra, tre volte
    distrutta la terra, dieci volte
    cento volte distrutta la terra.
    E va bene: distruggeteci subito e sia
    finita. Ma non dite:
    noi siamo per la pace.
    ” Il rappresentante della più grande potenza
    militare, saluta il rappresentante
    della più grande potenza spirituale. ”
    Così non c’è più nessuna differenza?
    Meglio subito perduti:
    purché non si viva più
    in questo immobile terrore,
    tutti sotto l’immenso fungo di morte!
    Purché nessuno più dica: la pace, la pace!
    La civiltà, il futuro, il progresso,
    l’unità del mondo!
    E’ vero il contrario; il dominio del mondo!
    Il prestigio, la tua ricchezza
    e la mia fame. La fame di due
    miliardi di uomini, di cinque
    miliardi di uomini, domani
    di dieci miliardi di uomini:
    questo oceano oscuro e ancora immobile.
    Almeno esplodesse questo oceano cupo
    e immobile; e Dio scendesse
    ad agitarlo. Perché da soli
    non possiamo, non possiamo!
    Nessuno ci libera dai nuovi Faraoni
    se Dio non scende a liberarci.

    Militari, sempre più militari
    dovunque, milioni di militari
    all’ovest, milioni e milioni
    di militari all’est, sull’Ussuri, sull’Everest.
    Uomini, per una divisa
    vendete la vostra libertà?
    tutti indietro verso la grande foresta:
    uccidiamoci subito
    prima che sia tardi.
    Militarismi nazionalismi razzismi
    d’ogni specie, classismi:
    come da principio come da sempre.
    E Cristo è venuto
    ma è come se non fosse venuto.

    E a comperare armi sono sempre i poveri
    e a fare le guerre sono sempre i poveri:
    i potenti vendono, i poveri comperano.
    E saranno sempre più poveri
    mentre loro saranno sempre più ricchi.
    I poveri non posseggono armi
    i poveri non hanno diritti!
    Almeno gli operai di tutto il mondo
    capissero, almeno essi: tutti gli operai!
    Che hanno da guadagnare gli operai
    a costruire armi?
    Tutte armi di morte contro di loro:
    costruiscono la loro morte
    con le loro stesse mani.
    Mai visto le armi uccidere i padroni,
    i molti Krupp del mondo;
    io ho visto uccidere solo i poveri
    e gli operai. Almeno gli operai capissero!
    Anche in Russia è avvenuto,
    anche in Ungheria è avvenuto;
    così in Cecoslovacchia, così in Corea
    e nel Vietnam e in varie parti dell’Africa
    ed ora in tutta l’America del sud.
    Armi dei ricchi e guerre dei poveri.

    Operaio, non costruire più armi.
    Ogni arma che fai sono moltitudini
    di poveri e di operai ad essere uccisi,
    con la tua stessa arma.
    Come fai a prendere la paga
    perché hai costruito armi?
    Come fai a lavorare per la pace
    se costruisci armi? Come puoi
    accarezzare i tuoi bambini
    dopo che le tue mani hanno costruito
    un fucile una bomba una mitraglia?
    Come fai a procreare creando armi?
    Quando tutti finalmente capiranno,
    tu domani sarai esposto al ludibrio
    un povero, beffato, esposto al ludibrio!

    Operai, lasciate le fabbriche di armi!
    Tutti insieme in un solo giorno,
    queste fucine di morte:
    insieme provvederemo giustamente alla paga,
    lasciatele a un giorno convenuto,
    tutti gli operai del mondo insieme.
    E scendete sulle piazze, tutti gli operai,
    a un ordine da voi convenuto.
    E andate sotto le ” Case bianche “,
    di tutte le capitali
    e urlate tutti insieme, operai d’ogni specie,
    questa sola parola: non vogliamo
    più armi, non facciamo più armi!
    Solo questo urlate insieme
    nel cuore di tutte le capitali.
    E poi vediamo cosa succede.
    Per salvarci non c’è altro ormai.
    Allora sarete voi i veri salvatori;
    operai, fate questo
    e vivrete. E vivremo.
    E sarete invincibili.

    Tutto il resto è un nulla di nulla
    anche la religione senza questo
    è un correre dietro il vento.
    L’obiezione di coscienza:
    un lusso inutile;
    il movimento per la pace,
    una componente al sistema;
    non valgono queste contestazioni:
    moti di inutili disperazioni.
    Solo l’Utopia porta avanti il mondo.
    Vale solo questo: la nuova salvezza
    deve venire da voi operai.
    Inutili sono le barricate
    da lunedì sera a venerdì mattina
    perché dopo viene il weekend.
    Non vedete che vi comperano
    con una seicento e un televisore?
    E intanto vendono le armi che voi fabbricate
    perché sparino contro di voi.

    Né vale più dire guerra di offesa
    guerra di difesa: sono sempre guerre.
    Queste idee sono sempre micidiali
    quando giungono al potere.
    Perciò Cristo non vuole il potere.
    ” Caino, che hai fatto di tuo fratello? ”
    Ma intanto bisogna ammazzare Caino!
    Invece, ” non uccidete Caino:
    sarà ucciso sette volte
    colui che uccide Caino! ”
    E’ stato così, è sempre stato così.
    La spirale della violenza doveva
    essere distrutta fin dall’origine.
    Non c’è altra via di scampo:
    non fare armi, operaio
    non fare armi.
    Allora sarai tu il nuovo Cristo che viene.
    Anche a difesa di Dio
    ” Metti via la spada! ”
    Ma bisogna che facciamo così,
    a un giorno convenuto, in tutto
    il mondo. Gli operai che scendono
    in piazza a gridare insieme:
    ” non facciamo più armi! ”
    Operai di tutto il mondo
    (o ci salveremo insieme
    o tutti insieme ci perderemo).
    A gridare dico insieme sulle piazze:
    ” non vogliamo fare più armi! ”
    Alla vostra busta paga
    tutti insieme ci penseremo.
    Immaginate, operai, per grazia vostra
    nessun’arma che spara sulla terra
    nessuna portaerei che naviga sui mari
    nessun fragore di bomba dal cielo.
    Per grazia vostra, operai,
    nessuna sirena che urla
    nessun reggimento che marcia
    in nessuna direzione,
    perché non ha armi,
    nessun lamento di uccisi:
    il silenzio, la pace!
    In grazia vostra, operai.

    David Maria Turoldo (dicembre 1972)

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