(4) ESTESI PAESAGGI E BICI ESTENSI

(4) Le buone torte e le altre possibilità dolci e salate per la colazione, messe a disposizione degli ospiti, ci aiutano a riprendere energia per la tappa di oggi, domenica 9 agosto. Lasciamo Ravenna dirigendoci verso il porto ed il litorale, piatto e fittamente industrializzato, fino a raggiungere i lidi-nord di Marina. A dire il vero la vicinanza di un polo petrolchimico non è l’ideale per farsi un bagno, ma la spiaggia – una distesa enorme di sabbia fine con una pineta sullo sfondo – c’incoraggia a prendere ombrellone e lettini per una mattinata balneare. Il sole è già forte e l’umidità decisamente alta, per cui è molto piacevole immergersi nelle acque di questo Adriatico più ruspante, rispetto a quello della costiera riminese. Oddìo, immergersi non è proprio il termine giusto: ci esibiamo infatti in una miracolosa camminata sulle acque basse e, a qualche chilometro dalla spiaggia, riusciamo finalmente a fare una nuotata ristoratrice. Segue rituale spaparanzata per abbrustolirsi al sole e colazione a base di buoni pianini imbottiti, innaffiati da tè verde. Il ristoro dura poco, perché dopopranzo ci tocca rivestirci ed affrontare l’afa per il nuovo tratto da percorrere in questa incredibile "pianura piadina", una piatta ed interminabile distesa di campi di mais, di risaie e di frutteti. Siamo infatti nella fertile zona del delta del Po ed attraversiamo rapidamente Comacchio in quel paesaggio monotono ed assolato, dove la strada sarebbe fin troppo dritta, ma qualcuno ha provveduto a movimentarla ogni tanto con inutili rotatorie (o ‘girotondi’, come le chiamano da queste parti), alcune delle quali smistano surrettiziamente verso centri commerciali. Il tratto finale – costellato di allegri persiceti – ci porta a Ferrara, la bellissima città estense che ci ospiterà per questa quarta tappa. Al nostro arrivo, è ancora un po’ addormentata ma non ci è difficile trovare un albergo dove pernottare e, al momento, per rinfrescarci e riposarci un po’. Il guaio è che di domenica pomeriggio è ormai impossibile visitare musei, palazzi storici e gallerie della città immortalata dal Tasso, per cui non ci resta che entrare nel meraviglioso Duomo dalla facciata tripartita, girando per le cappelle senza far troppo rumore, per non disturbare la messa vespertina. E’ un vero piacere passeggiare poi per la splendida piazza su cui s’affaccia la Cattedrale, ma anche il turrito palazzo del Comune ed altri bellissimi edifici. Un gelato ci mette nelle migliori condizioni per proseguire il giro del centro, rigorosamente pedonalizzato ma convulsamente solcato da sferraglianti e zigzaganti biciclette. Ristoratori cinesi e vecchie signore col bastone; intere famigliole con bambini piccoli e giovani genitori un po’ dark; distinti gentiluomini e ragazzotti di varie età. E’ una vera fiera delle due ruote, in questa Ferrara che ha addirittura il titolo di città delle biciclette, che effettivamente regnano indisturbate in un borgo medievale, che da secoli resta incredibilmente uguale a se stesso. Chiese e conventi del X secolo, palazzotti e dimore rinascimentali, vicoletti e piazze solitarie: è un piacere aggirarsi senza meta, scoprendone il fascino discreto ma anche reminiscenze storiche recenti, come le lapidi per le tante vittime ebraiche del nazi-fascismo, che ne hanno quasi azzerato la popolosa comunità israelitica. La cena – gustosa ma con qualche pecca – la consumiamo in un simpatico ristorantino con giardino interno, tornando subito dopo a piedi all’hotel, mentre nel buio della sera continuano a vorticare le bici dei ferraresi.

di erferraro Inviato su Senza categoria Contrassegnato da tag

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