BAMBINI POVERI E POVERI BAMBINI (2)

 (segue)

Bambini poveri ma, diciamolo, poveri bambini! Chi vive ogni giorno l’esperienza della scuola, dei centri educativi per minori, delle parrocchie, infatti, sa bene che, se è vero che la povertà più scandalosa è quella che non riesce nemmeno a dare risposte ai bisogni primari e materiali dei nostri piccoli, questo non può farci chiudere gli occhi sulla sempre più diffusa povertà di affetti, di riferimenti certi e di valori, che affligge ed immeschinisce la condizione esistenziale di troppi nostri bambini.
Sì: in Italia 1 su 4 è in condizioni d’indigenza, che è una condizione rapportabile a parametri sociali ed economici ben precisi.  Ma chi ci riesce a darci un quadro statisticamente preciso della situazione che presumibilmente affligge un ben più alto numero di bambini, sottoposti a deprivazioni affettive, relazionali, culturali ed etiche, che non sono sempre connesse ad una condizione di povertà materiale?
La storia dell’Italia, ed in particolare degli anni dal dopoguerra in poi, è la dimostrazione evidente che da quest’ultima è sempre possibile uscire. Ma chi ci salverà dalla miseria morale? Chi restituirà ai bambini ciò di cui vengono privati, e che non è possibile procurarsi mettendo mano al portafogli o alla carta di credito?
Quello che è certo è che, mentre nella nostra democratica Repubblica fondata sul lavoro sono stati previsti nella finanziario 2008 ben 23 miliardi di euro per le spese della cosiddetta “difesa”, non si trovano abbastanza soldi per rispondere alle necessità di questi minori e per assicurare loro una vita degna di questo nome…. Per la guerra e l’industria della morte, al contrario, sembra proprio che dollari ed euro non manchino mai, anche in tempo di crisi economica.
Pare che un grande capo indiano, il celebre Toro Seduto, ebbe a dire: “Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell’umanità.”   E poi dice che i ‘selvaggi’ erano loro…!

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