UN TRIDENTE DA SPUNTARE…

PELOSI JFC

Nancy Pelosi con l’Amm. Ferguson (fonte: JFC Naples)

Stiamo davvero diventando importanti. Finché a far visita al Comando napoletano della NATO erano i soliti capoccioni dell’Alleanza, niente di straordinario. Ma quando a visitare in pompa magna il quartier generale vicino al Lago Patria giungono addirittura alcuni parlamentari del Congresso USA, guidati nientemeno dalla leader della minoranza alla Camera dei Rappresentanti, l’on. Nancy Pelosi, beh la cosa assume un altro peso e rilievo…

Ma  che cosa saranno venuti a fare di bello al Comando Integrato di Napoli per il Sud Europa, il primo agosto 2015, sei illustri parlamentari statunitensi ? Sul sito del JFC Naples (http://www.jfcnaples.nato.int/page11122031/2015/us-congressional-delegation-visits-jfc-naples-mission.aspx) si riferisce che gli illustri ospiti sono stati calorosamente accolti dall’Amm. Mark Ferguson, che ne è il Comandante, il quale ha “illustrato le capacità del quartier generale meridionale della NATO”. Di quali capacità di tratti è chiarito poco dopo, quando si spiega che “la delegazione è stata testimone dell’elemento centrale della capacità di combattere una guerra del JFC di Napoli, con l’attivazione dell’intera squadra del JOC, composta da 5 elementi.  Questi membri del team hanno svolto uno scenario addestrativo, per dimostrare l’effettiva rispondenza a livello mondiale ad un’operazione contingente. Il JOC è operativo 24 ore al giorno con un accesso continuo ai suoi quartier generali più alti ed ai comandi subordinati.”

Ecco, il vero elemento di novità è il ruolo chiave che il Comando Integrato di Giugliano – Lago Patria ha assunto negli scenari di guerra che la NATO sta prefigurando in maniera incalzante, e che culmineranno nell’esercitazione Trident Juncture 2015 già nel prossimo autunno.  L’attivazione H24 del JOC (Comando Operativo Integrato), di cui gli onorevoli ospiti sono stati testimoni, è stato come il varo ufficiale di una minacciosa nave da guerra, saldamente ancorata nel golfo di Napoli, in cui è anche il Quartier Gnerale Euro-Africano della Marina americana, da cui dipende anche la VI Flotta USA , ed il cui Comandante è, guarda caso, il summenzionato Amm. Ferguson…

Da brava madrina del varo di questa centrale operativa dei wargames alleati, l’onorevole Pelosi si è profusa in un discorsetto d’occasione, per esaltare le lodevoli finalità difensive della NATO:  “La cooperazione per sicurezza con i nostri alleati NATO è un punto critico, dal momento che noi lavoriamo insieme per promuovere la stabilità  e contrastare il terrorismo. E’ sempre un onore ringraziare uomini e donne in uniforme il cui servizio ci mantiene sicuri sia in patria sia all’estero. Noi abbiamo nuovamente ringraziato il governo italiano, il nostro forte partner NATO, per l’ospitalità che ha dato ai nostri militari.”

Siamo anche noi grati all’on. Pelosi per essersi ricordata che – nonostante le apparenze potessero suggerirlo – non si trovava a casa sua ma sul territorio dell’Italia. Siamo un po’ meno d’accordo, invece, quando ha ringraziato chi ci ha governato – e tuttora ci governa – per aver dato ‘ospitalità’ alle truppe americane.  Capisco l’eufemismo cortese, ma dalla fine della guerra il nostro Paese – ed in particolare la nostra Campania – sono di fatto occupati militarmente da USA e NATO. Gli ospiti, si sa, dopo un po’ dovrebbero quanto meno togliere il disturbo, ma non sembra questo il caso, visto che la NATO non ha più rivali dagli anni ’90,  ma questo non ha impedito che l’Italia restasse la portaerei ‘alleata’ a guardia del Mediterraneo.

Altro che ‘cooperazione per la sicurezza’, ‘promozione della stabilità’  e  ‘contrasto al terrorismo’ . L’inquietante e persistente presenza dei sedicenti ‘Alleati’ sta mettendo a rischio proprio la pace e la sicurezza di quei popoli che essi dichiarano di voler ‘proteggere’. A Napoli abbiamo una certa esperienza di queste ‘protezioni’ non richieste e ci siamo stancati di cedere sempre a “proposte che non possiamo rifiutare”.

Ecco perché – associandomi all’appello di Alex Zanotelli ( http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/appelli/indice_1438203434.htm  ) e richiamando il mio precedente articolo dedicato proprio alla mega-esercitazione militare Trident Juncture   (https://ermeteferraro.wordpress.com/2015/07/28/nato-per-combattere/  )– ritengo che sia giunto il momento di dire un NO forte e chiaro a chi ci considera solo pedine da muovere sulla propria scacchiera bellica.

Ecco perché, proprio da Napoli, deve partire un segnale inequivocabile a chi di governa, con la logica da subalterno di sempre, che ne abbiamo abbastanza di questa logica guerrafondaia e che la Campania, come la  Sardegna e la Sicilia, non è più disponibile ad ‘ospitare’ centrali di morte e di militarizzazione. Occorre quindi una mobilitazione di tutti quelli che non si sono rassegnati a questa logica di militarizzazione e di guerra che ci pervade e che non accettano di essere ‘teleguidati’ come droni da tecnologici comandi alleati.  Il meridione d’Italia non è una ‘colonia’ guidata da ‘proconsoli’ USA. E’ giunto il momento  di dimostrarlo.

© 2015 Ermete Ferraro (https://ermeteferraro.wordpress.com )

“FAR WASTE” ovvero: anche la NATO produce munnèzza

 In una delle mie ricerche su Internet, riguardanti il comando NATO di Napoli ed il suo prossimo trasferimento nel nuovo quartier generale di Lago Patria, mi sono imbattuto per caso in un testo intitolato: “Notification of Intent (NOI) to issue an Invitation for International Bidding (IFIB) for JFC Naples- Lago Patria Giugliano , Italy – Waste Collection and Disposal Services”. (Vedi: http://aco.nato.int/resources/site1832/J8public/IFIB%20ACO-NAP%2012-21%20NOI%20letter%20dtd%2016%20Aug%2012%20signed%20copy.pdf)

Non si tratta ovviamente d’un documento top secret sui piani strategici della NATO nel Sud Europa ma, molto più banalmente, di un bando per gara d’appalto internazionale (ref: ACO-NAP-12-31), relativo all’assegnazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti che saranno prodotti nella nuova struttura NATO nel prossimo anno. Il bando completo – che sarà pubblicato sul sito istituzionale (www.aco.nato.int/page136374522.aspx ) il 17 settembre prossimo, con scadenza 29.10.2012 – prevede una gara su base annua (Gennaio-Dicembre 2013), con possibilità di rinnovo per un ulteriore quadriennio. Il prezzo base fissato per questo servizio è pari a 290.000 euro annui, con previsione d’un contratto quinquennale che impegni 1.450.000 euro totali.

Se non si trattasse di un appalto della NATO per un servizio di raccolta e smaltimento RSU da svolgersi nel comune di Giugliano in Campania (NA) – uno dei più disastrati proprio sotto questo profilo – la questione forse non meriterebbe di essere presa in considerazione. Tenuto conto del fatto che le strutture militari alleate e statunitensi in Campania sono da decenni del tutto autonome per qualsiasi tipo di fornitura e servizio interno – con scarsissima o nulla ricaduta sull’economia locale dei territori da esse “protette” – non è poi tanto strano che i nostri cari Alleati si siano attrezzati per conto proprio per un’esigenza ambientale basilare come quella della eliminazione dei cospicui rifiuti prevedibilmente prodotti dalla maxi-struttura costruita presso il Lago Patria. Essa, infatti, è destinata ad ospitare nei suoi 330.000 mq di superficie totale, (di cui 60.000 edificati) ben 2.500 militari residenti e, comunque, a sostenere l’impatto d’un bacino di residenti, a vario titolo e tempo, probabilmente quasi doppio. Se dividiamo la somma prevista annualmente dall’amministrazione NATO per questo appalto (Euro 290.000) per un numero di persone grosso modo intermedio fra quelle residenti e quelle orbitanti intorno al comando JFC di Lago Patria (cioè 3.500), il costo annuo del servizio risulta pari a 82,86 euro pro capite.

A questo punto mi è venuto spontaneo confrontare questa cifra con quella impegnata dal Comune di Giugliano in Campania (nel cui territorio ricade il JFC) per finanziare l’analogo servizio di raccolta e smaltimento dei RSU. Ebbene, nel Piano Comunale apposito, varato nel 2008, (http://www.comune.giugliano.na.it/allegati/578Piano_di_raccolta.pdf ) erano stati previsti questi parametri: una spesa annua di Euro  8.420.167  (di cui il 75% per il personale – il  3% per le attrezzature ed il 22% per gli automezzi), allo scopo di coprire con tale servizio un territorio urbano che si estende  per ben 94 km2, con un numero di abitanti pari a circa 120.000 unità, che producono mediamente 512 kg di rifiuti ciascuno. Il costo medio per abitante (8.420.167/120.000) risultava allora di 70,16 euro pro capite. Dal confronto emergerebbe una cifra assai inferiore a quella prevista dall’amministrazione NATO, però le cose non stanno esattamente in questo modo.

Da un articolo pubblicato su un sito web, infatti, si evince che il servizio appaltato dal Comune di Giugliano alla ditta Senesi e del cui contratto si chiede la rescissione per inadempienza della stessa, costa invece ben 15.702.000 euro annui per il 2012 (cioè quasi l’87% in più rispetto alla cifra prevista 4 anni fa) con una spesa media per abitante di ben 130,85 euro e, a quanto pare, con una qualità complessiva del tutto insufficiente.

“Siamo di fronte ad un servizio che è eufemistico definire inefficiente. Siamo di fronte ad un servizio che non viene effettuato,ma che viene regolarmente pagato. Non mi risulta, infatti, che alla Senesi siano state fatte pervenire contestazioni da parte degli uffici comunali. Non ho notizie di decurtazioni, pur dovute, a fronte dei servizi non fatti”, afferma il capogruppo del Pd Nicola Pirozzi. Rincara la dose Antonio Poziello, consigliere comunale e membro della Commissione Rincara la dose Antonio Poziello, consigliere comunale e membro della Commissione Ambiente e Territorio: “La situazione è paradossale. La Senesi sta ottenendo il pagamento di servizi che non solo non fa, ma che in tutta evidenza non ha mai pensato di dover fare. Altrimenti come spiegare che non ha, se non forse sulla carta, i mezzi necessari ad effettuare lo spazzamento meccanico, il lavaggio stradale, ecc.”. (http://www.corradogabriele.net/2012/04/24/giugliano-rifiuti-pd-chiede-la-rescissione-del-contratto-con-la-senesi/ ).

Non entro ovviamente nel merito di questa diatriba sulla qualità del servizio d’igiene pubblica giuglianese, di cui non ho esperienza diretta e che riflette ovviamente anche polemiche politico-amministrative. Non posso fare a meno di rilevare, però, che sui media italiani e perfino sulla stampa estera il nome del Comune di Giugliano in Campania o di altri comuni del napoletano e del casertano, proprio nell’ambito della gestione dei rifiuti, negli ultimi anni è stato spesso associato ad analisi assai poco lusinghiere sulle ecomafie e sul pesante intervento della camorra nella disgraziata “terra dei fuochi”. Basti pensare alle varie ed approfondite inchieste di un team catalano (http://www.ceecec.net/case-studies/waste-crisis-in-campania-italy/ ) o agli articoli pubblicati da quotidiani spagnoli come El Mundo (http://www.elmundo.es/elmundo/2011/06/30/ internacional/1309463302.html ), francesi come Libération (http://www.liberation.fr/ tribune/010185538-l-italie-ses-dechets-son-beton-ses-mafias ) inglesi come The Independent (http://www.independent.co.uk/news/world/europe/italys-toxic-waste-crisis-the-mafia-ndash-and-the-scandal-of-europes-mozzarella-799289.html ), tedeschi come Der Spiegel ( http://www.spiegel.de/international/europe/the-garbage-of-naples-how-the-mafia-helped-send-italy-s-trash-to-germany-a-681469.html ) o addirittura arabi, come Al Jazeera (http://www.aljazeera.com/ indepth/inpictures/2012/02/2012220145919672749.html ).

Il fatto è che nella nostra “biùtiful cauntri” , che una volta era chiamata Campania Felix, da decenni si è concentrato il malaffare, distruggendo, cementificando ed intossicando un territorio eccezionale e rendendolo uno dei più consolidati feudi della mafia internazionale.

Eppure proprio in questa capitale della munnézza , assurta a lucrativo bisinìss malavitoso, ha deciso d’insediarsi il nuovo comando sud-europeo dell’Alleanza Atlantica, presso quel Lago Patria la cui bellezza è costantemente deturpata da scarichi abusivi di ogni genere, come più volte denunciato dalle associazioni locali e dallo stesso WWF (http://www.internapoli.it/articolo.asp?id=23117 ).

Dal 2013 una popolazione di 2.500 persone abiterà in continuità questa blindata cittadella della NATO, con la previsione di una presenza meno regolare di militari e civili quasi pari. La quantità e qualità dei rifiuti che saranno prodotti da questo nuovo e denso agglomerato di quasi 5.000 nuovi non-cittadini di Giugliano giustifica quindi la gara di appalto per la loro raccolta e smaltimento “in conformità con leggi e regolamenti in vigore in Italia”, come peraltro si specifica nel bando. Sarà interessante scoprire le condizioni contrattuali di questo appalto, i requisiti per parteciparvi e le altre informazioni che saranno pubblicate sul sito aco-nato.int. Sta di fatto, però, che questa opportunità non sarà sfuggita a chi da troppo tempo, diciamo così, già controlla il settore rifiuti… Fatto sta che i cittadini di Giugliano in Campania stanno attualmente pagando, per un analogo servizio d’igiene urbana, molto di più e con risultati evidentemente assai scadenti. Staremo a vedere, allora, se i nostri cari “Alleati” riusciranno ad assicurarsi un servizio di gestione dei rifiuti molto più efficiente, spendendo annualmente quasi 50 euro in meno per ciascun abitante.

Se ciò accadrà vorrà dire che, ancora una volta, la gente della Campania si scoprirà ospite a casa sua e, soprattutto, constaterà che i “poteri forti” sanno farsi rispettare. Diceva Marco Antonio nel “Julius Caesar” di Shakespeare: “Brutus is an honourable man; So are they all, all honourable men…”. Anche in questo caso, state sicuri, fra “gente d’onore” s’intenderanno sicuramente…

© 2012 Ermete Ferraro (https://ermeteferraro.wordpress.com )

 

“E’ N.A.T.O. ‘NU CRIATURO Ô LACO ‘E PATRIA…”

Il titolo riecheggia, non a caso, la nota canzone napoletana “Tammurriata nera”, lanciata nel 1944 da E. Nicolardi ed E.A. Mario, che scherzavano bonariamente su un episodio realmente accaduto.  Il primo, allora dirigente amministrativo all’ospedale “Loreto Mare” di Napoli, era stato testimone del trambusto causato dalla nascita, nel reparto maternità, di un bimbo di colore, concepito durante l’occupazione americana della città. L’ironia della canzone, più che sulla vicenda in sé, ruotava intorno alla pretesa di farla apparire del tutto normale, magari cercando per il piccolo afro-americano dei nomi rassicurantemente napoletani, come Peppe o Ciro…

Ebbene, anche in questi giorni si è verificato un evento piuttosto particolare, che però si vorrebbe far passare come normale amministrazione. Quegli stessi “Alleati”, che stanno occupando militarmente Napoli da ben 60 anni, anziché concludere questa lunga non richiesta e discutibile “protezione” della città, si sono invece trasferiti ufficialmente nella nuova sede al Lago Patria, sul litorale giuglianese, con la dichiarata intenzione di restarci ancora un bel po’.

Apprendiamo, infatti, da un comunicato stampa del sito ufficiale del Comando delle Forze Congiunte Alleate di Napoli che il giorno 23 maggio 2012 la NATO ha preso formalmente possesso del suo nuovo Quartier Generale. La simbolica cerimonia di passaggio delle “chiavi” dal paese ospitante (l’Italia) al JFC di Napoli è stata condotta con “distinzione e professionalità” dal Col. Luigi Bodini, il quale ha firmato l’atto di consegna del sito, aggiungendo che “…il quartier generale di Lago Patria è la perfetta premessa per una futura partnership civile e militare”. Il concetto, se non fosse stato abbastanza chiaro, è stato ribadito dalla dr.ssa Diana Sodano, l’ufficiale incaricata delle “relazioni comunitarie”, la quale ha testualmente affermato: “Noi tutti possiamo essere fieri delle realizzazioni del nostro Comando. Scrutando l’orizzonte verso il nostro servizio futuro, possiamo essere altrettanto orgogliosi ed entusiasti per i prossimi sei decenni ed oltre”. (http://www.jfcnaples.nato.int/page372601456.aspx )

Beh, non si può dire che al comando NATO non abbiano le idee chiare…  Per fare in modo che “il leone ruggisca” – come auspicava il nuovo Comandante del JFC, l’Amm. Clingan – evidentemente bisogna che si confermi il suo ruolo dominante in Italia e nell’Europa meridionale, sempre più nel ruolo di “comando d’operazioni di guerra” più che di sede burocratica dell’Alleanza Atlantica. (vedi i miei precedenti articoli sul blog : “Fa’ ruggire il leone” e “Lago Patria: un preoccupante neo-NATO”)

Sempre dal sito web del JFC, apprendiamo inoltre che il giorno 28 maggio 2012 il Comando passerà ad una “struttura operativa provvisoria” (Interim Working Structure), proprio per assicurare una transizione “morbida” al nuovo assetto logistico ed organizzativo. Anche se per ora il personale non si trasferirà alla nuova sede, si sottolinea, il JFC Naples deve fronteggiare tre nuovi ‘eventi’: la transizione allo “End State Peacetime Establishment”; la “preparazione e certificazione per la NFR (NATO Response Force) ed il vero e proprio trasloco al nuovo quartier generale di Lago Patria. L’articolo si conclude con queste illuminanti parole: “Una trasferimento anticipato della struttura congiunta consentirebbe l’utilizzo della rotazione dell’estate 2012 per la preparazione del personale NRF nel 2013 nei rispettivi ruoli futuri, nonché ottimizzerebbe l’efficacia della formazione fino al 2012-2013, in modo da soddisfare i requisiti di Capacità Operativa Iniziale e di Piena Capacità Operativa. In altre parole, abbiamo bisogno di addestrare al modo in cui combatteremo”. (http://www.jfcnaples.nato.int/page372603751.aspx ).

Dietro il linguaggio in codice militare, ancora una volta il Comando di Napoli della NATO – forte delle decisioni assunte al vertice di Chicago sullo “scudo antimissile” che coinvolgerà direttamente e pesantemente anche il nostro Paese  (http://mobile.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20120520/manip2pg/06/manip2pz/323001/  ), ribadisce quindi il suo ruolo bellico operativo, alla faccia della strategia di public relations con la quale vorrebbe apparire come un bonario, se non rassicurante, “vicino di casa” della comunità dove ha deciso di trascorrere i suoi “secondi 60 anni”.

Ebbene, proprio per il 28 maggio il Comitato Pace, Disarmo e Smilitarizzazione del Territorio – Campania – che a quanto pare resta finora l’unico oppositore dichiarato di questa “relocation” del JFC sul litorale giuglianese – ha organizzato un’assemblea pubblica, per denunciare questa nuova, assurda, tappa della militarizzazione della Campania. Alle ore 17,00 – presso l’associazione “La Città del Sole” (vico Mattei, adiacenze basilica di S. Gregorio Armeno a Napoli) – discuterà con i cittadini e le altre realtà associative interessate sul tema: <<NO ALLE GUERRE GLOBALI !  SI’ ALLA SICUREZZA DELLA COMUNITA’ ! >>

Dopo un’introduzione di Flavia Lepre (Comitato Pace e Disarmo), ci sarà una relazione di Antonio Mazzeo (giornalista de Il Manifesto) sulle tendenze generali della politica della NATO. Seguirà un intervento di Ermete Ferraro (Comitato Pace e Disarmo) sulla specifica situazione del trasferimento del Comando JFC al Lago Patria e sui rischi che essa comporta per la popolazione locale, oltre che per la sicurezza e la pace. Dopo il dibattito con i partecipanti all’incontro, le conclusioni sono state affidate a P. Alex Zanotelli, missionario comboniano, ben noto per il suo impegno eco-pacifista.

Qualcuno potrà dire che contro il leone non c’è nulla da fare e che nulla potrà impedirgli di lanciare il suo minaccioso ruggito. Eppure vorrei ricordarvi che, oltre alla già citata favola di Fedro sul leone prepotente, che dopo essersi alleato con altri animali “totam praedam…abstulit”, c’è anche una interessante, anche se meno nota, favola di Esopo, “La zanzara ed il leone”. Vi si narra, appunto, di una zanzara che ebbe l’ardire di sfidare addirittura sua maestà il re degli animali. Ovviamente non poteva scontrarsi fisicamente col felino, però lo punzecchiò ripetutamente sul muso, costringendolo a graffiarsi da solo, per difendersi da quegli inaspettati attacchi di quel fastidioso insetto. (http://www.poesialatina.it/Greek/Index1.htm ).

La favola, a onor del vero, finisce male anche per la zanzara. Si narra infatti che, per gloriarsi della sua vittoria, andò a finire proprio dentro una ragnatela, per cui la morale che se ne trae è che chi, sebbene piccolo, sia riuscito a sconfiggere un animale molto più grande e forte, deve comunque stare molto attento a non finire vittima di un altro insetto. Per quanto ci riguarda, noi del Comitato non vogliamo essere né zanzare spavalde né le classiche ‘mosche cocchiere’, poiché il nostro compito è soprattutto quello di fare controinformazione e si aiutare la comunità a mobilitarsi direttamente e consapevolmente contro chi ne minaccia la pace, la sicurezza e la salute.

© 2012 Ermete Ferraro (https://ermeteferraro.wordpress.com )