“E’ N.A.T.O. ‘NU CRIATURO Ô LACO ‘E PATRIA…”

Il titolo riecheggia, non a caso, la nota canzone napoletana “Tammurriata nera”, lanciata nel 1944 da E. Nicolardi ed E.A. Mario, che scherzavano bonariamente su un episodio realmente accaduto.  Il primo, allora dirigente amministrativo all’ospedale “Loreto Mare” di Napoli, era stato testimone del trambusto causato dalla nascita, nel reparto maternità, di un bimbo di colore, concepito durante l’occupazione americana della città. L’ironia della canzone, più che sulla vicenda in sé, ruotava intorno alla pretesa di farla apparire del tutto normale, magari cercando per il piccolo afro-americano dei nomi rassicurantemente napoletani, come Peppe o Ciro…

Ebbene, anche in questi giorni si è verificato un evento piuttosto particolare, che però si vorrebbe far passare come normale amministrazione. Quegli stessi “Alleati”, che stanno occupando militarmente Napoli da ben 60 anni, anziché concludere questa lunga non richiesta e discutibile “protezione” della città, si sono invece trasferiti ufficialmente nella nuova sede al Lago Patria, sul litorale giuglianese, con la dichiarata intenzione di restarci ancora un bel po’.

Apprendiamo, infatti, da un comunicato stampa del sito ufficiale del Comando delle Forze Congiunte Alleate di Napoli che il giorno 23 maggio 2012 la NATO ha preso formalmente possesso del suo nuovo Quartier Generale. La simbolica cerimonia di passaggio delle “chiavi” dal paese ospitante (l’Italia) al JFC di Napoli è stata condotta con “distinzione e professionalità” dal Col. Luigi Bodini, il quale ha firmato l’atto di consegna del sito, aggiungendo che “…il quartier generale di Lago Patria è la perfetta premessa per una futura partnership civile e militare”. Il concetto, se non fosse stato abbastanza chiaro, è stato ribadito dalla dr.ssa Diana Sodano, l’ufficiale incaricata delle “relazioni comunitarie”, la quale ha testualmente affermato: “Noi tutti possiamo essere fieri delle realizzazioni del nostro Comando. Scrutando l’orizzonte verso il nostro servizio futuro, possiamo essere altrettanto orgogliosi ed entusiasti per i prossimi sei decenni ed oltre”. (http://www.jfcnaples.nato.int/page372601456.aspx )

Beh, non si può dire che al comando NATO non abbiano le idee chiare…  Per fare in modo che “il leone ruggisca” – come auspicava il nuovo Comandante del JFC, l’Amm. Clingan – evidentemente bisogna che si confermi il suo ruolo dominante in Italia e nell’Europa meridionale, sempre più nel ruolo di “comando d’operazioni di guerra” più che di sede burocratica dell’Alleanza Atlantica. (vedi i miei precedenti articoli sul blog : “Fa’ ruggire il leone” e “Lago Patria: un preoccupante neo-NATO”)

Sempre dal sito web del JFC, apprendiamo inoltre che il giorno 28 maggio 2012 il Comando passerà ad una “struttura operativa provvisoria” (Interim Working Structure), proprio per assicurare una transizione “morbida” al nuovo assetto logistico ed organizzativo. Anche se per ora il personale non si trasferirà alla nuova sede, si sottolinea, il JFC Naples deve fronteggiare tre nuovi ‘eventi’: la transizione allo “End State Peacetime Establishment”; la “preparazione e certificazione per la NFR (NATO Response Force) ed il vero e proprio trasloco al nuovo quartier generale di Lago Patria. L’articolo si conclude con queste illuminanti parole: “Una trasferimento anticipato della struttura congiunta consentirebbe l’utilizzo della rotazione dell’estate 2012 per la preparazione del personale NRF nel 2013 nei rispettivi ruoli futuri, nonché ottimizzerebbe l’efficacia della formazione fino al 2012-2013, in modo da soddisfare i requisiti di Capacità Operativa Iniziale e di Piena Capacità Operativa. In altre parole, abbiamo bisogno di addestrare al modo in cui combatteremo”. (http://www.jfcnaples.nato.int/page372603751.aspx ).

Dietro il linguaggio in codice militare, ancora una volta il Comando di Napoli della NATO – forte delle decisioni assunte al vertice di Chicago sullo “scudo antimissile” che coinvolgerà direttamente e pesantemente anche il nostro Paese  (http://mobile.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20120520/manip2pg/06/manip2pz/323001/  ), ribadisce quindi il suo ruolo bellico operativo, alla faccia della strategia di public relations con la quale vorrebbe apparire come un bonario, se non rassicurante, “vicino di casa” della comunità dove ha deciso di trascorrere i suoi “secondi 60 anni”.

Ebbene, proprio per il 28 maggio il Comitato Pace, Disarmo e Smilitarizzazione del Territorio – Campania – che a quanto pare resta finora l’unico oppositore dichiarato di questa “relocation” del JFC sul litorale giuglianese – ha organizzato un’assemblea pubblica, per denunciare questa nuova, assurda, tappa della militarizzazione della Campania. Alle ore 17,00 – presso l’associazione “La Città del Sole” (vico Mattei, adiacenze basilica di S. Gregorio Armeno a Napoli) – discuterà con i cittadini e le altre realtà associative interessate sul tema: <<NO ALLE GUERRE GLOBALI !  SI’ ALLA SICUREZZA DELLA COMUNITA’ ! >>

Dopo un’introduzione di Flavia Lepre (Comitato Pace e Disarmo), ci sarà una relazione di Antonio Mazzeo (giornalista de Il Manifesto) sulle tendenze generali della politica della NATO. Seguirà un intervento di Ermete Ferraro (Comitato Pace e Disarmo) sulla specifica situazione del trasferimento del Comando JFC al Lago Patria e sui rischi che essa comporta per la popolazione locale, oltre che per la sicurezza e la pace. Dopo il dibattito con i partecipanti all’incontro, le conclusioni sono state affidate a P. Alex Zanotelli, missionario comboniano, ben noto per il suo impegno eco-pacifista.

Qualcuno potrà dire che contro il leone non c’è nulla da fare e che nulla potrà impedirgli di lanciare il suo minaccioso ruggito. Eppure vorrei ricordarvi che, oltre alla già citata favola di Fedro sul leone prepotente, che dopo essersi alleato con altri animali “totam praedam…abstulit”, c’è anche una interessante, anche se meno nota, favola di Esopo, “La zanzara ed il leone”. Vi si narra, appunto, di una zanzara che ebbe l’ardire di sfidare addirittura sua maestà il re degli animali. Ovviamente non poteva scontrarsi fisicamente col felino, però lo punzecchiò ripetutamente sul muso, costringendolo a graffiarsi da solo, per difendersi da quegli inaspettati attacchi di quel fastidioso insetto. (http://www.poesialatina.it/Greek/Index1.htm ).

La favola, a onor del vero, finisce male anche per la zanzara. Si narra infatti che, per gloriarsi della sua vittoria, andò a finire proprio dentro una ragnatela, per cui la morale che se ne trae è che chi, sebbene piccolo, sia riuscito a sconfiggere un animale molto più grande e forte, deve comunque stare molto attento a non finire vittima di un altro insetto. Per quanto ci riguarda, noi del Comitato non vogliamo essere né zanzare spavalde né le classiche ‘mosche cocchiere’, poiché il nostro compito è soprattutto quello di fare controinformazione e si aiutare la comunità a mobilitarsi direttamente e consapevolmente contro chi ne minaccia la pace, la sicurezza e la salute.

© 2012 Ermete Ferraro (https://ermeteferraro.wordpress.com )