Europa a 12…stellette? No, grazie!

DI ERMETE FERRARO

Alla ricerca d’un manifesto poco…manifesto

«Scusate, ma esattamente cosa vi serve?». A porre la domanda, con tono angosciato, la stupita dirigente dell’Area ‘Servizi al Cittadino’ del Comune di Napoli, cui un mese fa avevo chiesto di visionare l’ultimo manifesto di chiamata alla leva firmato dal Sindaco, di cui si erano perse le tracce. Le avevo peraltro chiarito che la mia richiesta – essendo un pensionato ultrasettantenne – non derivava da interesse personale, ma dalla necessità – come responsabile di un’organizzazione pacifista – di visionare le informazioni fornite con quell’avviso pubblico ai diretti interessati, i giovani della classe 2007 ed i loro genitori.

Qualcosa nelle mie parole non riusciva comunque a convincere l’interlocutrice, per la quale ero una fastidiosa apparizione che interrompeva, per di più con una pretesa assurda, la sua burocratica routine pre-elettorale. Quando, tra sbuffi e borbottamenti, si è decisa ad assecondare il mio bizzarro desiderio, ha estratto da un faldone una locandina formato A4 riproducente il manifesto in questione, che mi ha mostrato fugacemente, per assecondarmi e congedarmi. Alla mia richiesta di riprodurlo – con una fotocopia o soltanto fotografandolo col cellulare – si è però affrettata a richiudere il prezioso foglio nel sarcofago cartaceo da dove aveva rivisto la luce, replicando che non era possibile.

«Ma si tratta di un atto pubblico!» ho protestato, ricavando la sorprendente risposta che, se proprio ci tenevo, potevo procurarmene copia nella mia municipalità di residenza, cui a suo tempo era stato inoltrato per l’affissione di 15 giorni. A questo punto non mi è rimasto che esprimerle il ringraziamento per la cortesia e disponibilità dimostrata…

È stato questo il primo atto della mia avventurosa ricerca del bando perduto negli uffici comunali di Anagrafe e Stato Civile, decentrati nel quartiere Soccavo, che è poi proseguita nella Segreteria della Presidenza V Municipalità. Anche lì la mia richiesta suonava stravagante però, dopo un’interlocuzione tra uffici, ho finalmente ottenuto la fotocopia.

Ma – tornando alla domanda iniziale – a cosa diavolo mi serviva quel documento, visto che di servizio militare di leva non si parla da 20 anni?  Il fatto è che, come ho spiegato nel precedente articolo [i], tuttora non sono molti gli italiani consapevoli che, a partire dal 2005, la ‘leva’ obbligatoria per i maschi da 18 anni in poi non è stata abolita, ma solo ‘sospesa’ dalla legge 226/2004.  Ne consegue che, in Italia, la coscrizione militare può effettivamente tornare, com’è previsto dall’art. 1929 del Codice Ordinamento Militare:

Il servizio di leva è ripristinato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, se il personale volontario in servizio è insufficiente e non è possibile colmare le vacanze di organico, in funzione delle predisposizioni di mobilitazione, mediante il richiamo in servizio di personale militare volontario cessato dal servizio da non più di cinque anni, nei seguenti casi: a) se è deliberato lo stato di guerra ai sensi dell’articolo 78 della Costituzione; b) se una grave crisi internazionale nella quale l’Italia è coinvolta direttamente o in ragione della sua appartenenza ad una organizzazione internazionale giustifica un aumento della consistenza numerica delle Forze armate”. [ii]

La prima osservazione da fare è che, stando così le cose, non è richiesto alcun passaggio per il Parlamento, poiché che la decisione di ripristinare il servizio di leva è stata riservata al potere esecutivo, scavalcando quello legislativo. La seconda è che il testo citato risulta ambiguo, lasciando intendere che, in caso di emergenza, potrebbero essere richiamati alle armi solamente i militari volontari congedati da massimo 5 anni, mentre nel successivo articolo si parla esplicitamente di “riattivazione del servizio militare obbligatorio[iii].

Ecco perché i Sindaci di tutti Comuni italiani, in quanto ufficiali di governo, sono tuttora tenuti per legge a rendere noto: “con apposito manifesto […]: a) ai giovani di sesso maschile che nell’anno stesso compiono il diciassettesimo anno di età, il dovere di farsi inserire nella lista di leva del Comune in cui sono legalmente domiciliati; b) ai genitori e tutori dei giovani di cui alla lettera a) l’obbligo di curarne l’iscrizione nella lista di leva” [iv].

Il guaio è che a Napoli – e forse nella maggioranza degli altri 7903 comuni italiani, grandi e piccoli – quegli ‘scomodi’ manifesti fanno una fugace apparizione nelle bacheche istituzionali, non riportano tutte le informazioni prescritte e, conseguentemente, lasciano i nostri giovani nella beata convinzione che la naja rimanga uno sbiadito ricordo del passato, per cui ormai non corrono alcun rischio di essere ‘precettati’ per difendere la Patria in armi.

È il motivo, come spiegavo nel precedente articolo, per cui uno dei primi atti della campagna che come M.I.R. abbiamo lanciato, con iniziative per ora solo territoriali, ha come primo bersaglio le amministrazioni comunali che, in barba alle prescrizioni previste dal Codice Militare, si limitano a pubblicare scarni avvisi d’iscrizione alle liste di leva, senza precisare le modalità per chiedere rinvii, esoneri e, soprattutto, per esercitare il previsto diritto di dichiararsi obiettori di coscienza, svolgendo un servizio civile alternativo. Dove siamo presenti come sede associativa, quindi, faremo presentare interrogazioni o interpellanze nei rispettivi consigli comunali, ricorrendo anche a formali diffide ai sindaci, affinché adempiano gli atti d’ufficio che la normativa vigente riserva loro.

Informare con tutti i mezzi disponibili i destinatari di un’eventuale chiamata o richiamo alle armi sui loro diritti e doveri, infatti, non è solo questione di trasparenza amministrativa, ma un’indispensabile fonte d’informazioni che, nel malaugurato caso di ripristino della leva militare in situazioni di emergenza, sarebbero fatalmente omesse, a danno dei cittadini più giovani e inesperti.  

Naturalmente il compito principale del movimento pacifista resta quello di mobilitarsi per riattivare la coscienza dell’obiezione al militarismo, in un contesto socioculturale in cui è da tempo subentrata la piattezza del pensiero unico e la desertificazione dei moventi ideologici ed etici. Ma lo avevo già chiarito, per cui credo che ora sia utile allargare lo sguardo alle situazioni attuali, in Italia ma anche nel resto d’Europa.

C’è chi la leva vorrebbe…rimetterla

A rafforzare i legittimi dubbi degli antimilitaristi italiani che qualcosa bollisse in pentola non sono state solo le recenti esternazioni di alcuni esponenti della maggioranza di centrodestra sull’eventualità d’un ritorno al servizio militare, ma anche la diffusa tendenza in altri paesi europei a vagheggiare tale ipotesi, fino a poco tempo fa impensabile.

Le pressioni guerrafondaie della NATO, la presunta fragilità di una difesa comune europea, e venti di guerra sempre più forti, unitamente all’ascesa di governi palesemente destrorsi – adusi alla retorica patriottarda e sensibili al richiamo del complesso militar-industriale – stanno imprimendo un’evidente accelerazione ai progetti di ripristino della leva obbligatoria, ove sospesa, oltre che di formazione di contingenti di ‘riservisti’.

Il tabù dell’esclusiva professionalizzazione delle forze armate, in effetti, sembra ormai caduto a fronte di scenari bellici che, paradossalmente, nel mentre si evocano guerre ipertecnologiche e perfino con l’utilizzo di armi non convenzionali, ci mostrano in diretta televisiva un sanguinoso ritorno alla guerra di trincea vecchio stile. Alcuni strateghi odierni, dunque, non sembrano più convinti che la qualità dei contingenti militari sia prioritaria rispetto alla loro quantità, per cui hanno cominciato a chiedersi se invece non fosse necessario un robusto incremento numerico di ciò che una volta era impietosamente definita “carne da cannone”.

Poiché in Italia siamo molto ‘creativi’ (altri direbbero ‘confusionari’…) questa vaga aspirazione di alcuni politici (attestata comunque dalla crescente invasione di campo da parte dei militari in tutti gli ambiti civili, dalla sanità alla scuola, dalla ricerca universitaria alla cultura) non si è però concretizzata in una proposta governativa unitaria.

«Depositata alla Camera la proposta di legge della Lega per reintrodurre sei mesi di servizio civile o militare per i ragazzi tra i 18 e 26 anni, su base regionale e da svolgere esclusivamente in Italia”. Lo scrive sui social il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini. “Ne sono convinto – aggiunge il ministro delle Infrastrutture -. È una forma di educazione civica al servizio della comunità, di disciplina, di attenzione al prossimo e rispetto per sé stessi e per gli altri che potrà avere effetti molto positivi“…» [v].

Immediata la replica dalla sinistra, dalla destra conservatrice e perfino dal nostro ministro della Difesa, che di complesso militar-industriale se ne intende:

«Per Davide Faraone, capogruppo I.V. alla Camera: “Salvini in piena sindrome Vannacci insiste con il ritorno della leva obbligatoria. Il leader della Lega non si ferma neanche dopo l’intervento del ministro della Difesa Crosetto, che gli ha ricordato che il servizio militare non serve a nulla […] E niente, lui, Matteo Salvini, insiste e presenta una proposta di legge per il ritorno bonsai del servizio militare. La Lega guarda ad un passato che non può tornare». [vi]

Eppure, sebbene dagli alleati di governo la proposta a firma del leghista Zoffili [vii], che istituisce 6 mesi di servizio militare o civile per maschi e femmine da 18 a 26 anni sia stata criticata o addirittura ritenuta “non compatibile con il livello di professionalità che noi chiediamo alle forze armate e che chiederemo sempre di più in futuro” – per dirla col ministro Crosetto [viii], Salvini non è stato l’unico ad ipotizzare un ‘educativo’ ritorno alle marce, agli addestramenti militari e alla durezza della disciplina militare. Se è vero che già nel 2017 la Lega aveva presentato un simile disegno di legge, a firma del senatore Divina [ix], va ricordato che nel 2022 anche l’allora Presidente del Senato, Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia), era tornato sul tema, con l’ossimorica proposta di una “mini naja volontaria”, uno stage formativo di 40 giorni nelle forze armate, per insegnare ai giovani “l’amore per l’Italia e il senso civico“, replicando in effetti un suo precedente progetto del 2009.[x]

Non dimentichiamo poi che Forza Italia – che ora con Tajani ha preso le distanze dalla proposta leghista – nel non lontano 2019 era addirittura riuscita a far approvare dalla Camera dei Deputati (con voto favorevole del PD e del M5S…!) un’analoga proposta di legge, per avviare la “sperimentazione di percorsi formativi in ambito militare per i giovani tra i 18 e i 22 anni, per un periodo di sei mesi”. [xi]

Ebbene, pur sorvolando sull’ipocrita gioco delle carte sulla vicenda della naja, tipico del teatrino della politica italiana, va detto con chiarezza che i goffi tentativi di addolcire la pillola d’un ritorno al servizio militare (cui, secondo un’indagine, sarebbero favorevoli il 53% degli italiani, mentre è osteggiato dal 71% dei nostri giovani)[xii] sembrano solo un diversivo tattico rispetto alla realtà di una normativa già in vigore. Non ci sarebbe alcun bisogno d’inventarsi nuove e fantasiose leggi, cercando magari di renderle appetibili. Poiché in Italia – come in altri paesi europei e non – la coscrizione militare obbligatoria è stata soltanto  sospesa, nei previsti casi di emergenza bellica o crisi internazionale che ci vincoli in quanto aderenti alla NATO, basta una deliberazione del Consiglio dei Ministri, sancita da un decreto del Presidente della Repubblica, per ripristinare la chiamata/richiamo alle armi. È il caso che i cittadini italiani da 18 a 45 anni ne prendano finalmente coscienza, in modo da decidere consapevolmente come comportarsi in tale disgraziata (ma non improbabile) evenienza.

Lo spettro della leva si aggira per l’Europa…

D’altra parte, l’Italia non è l’unico stato ad avviarsi lungo questa pericolosa strada militarista. Per avere un quadro europeo dell’attuale situazione dell’obbligo di prestare servizio in armi, ma soprattutto dell’effettivo riconoscimento del diritto ad obiettare ad esso, è utile consultare l’ultimo rapporto annuale sulla “Obiezione di Coscienza in Europa”, prodotto e pubblicato dall’Ufficio Europeo per l’OdC (EBCO – BEOC), cui ha contribuito anche Zaira Zafarana per il M.I.R. Italia.[xiii]  Il focus della ricerca è principalmente il rispetto del diritto ad obiettare “in tempo di guerra”, di attualità a causa del sanguinoso conflitto armato russo-ucraino, che ha spinto pacifisti ed antimilitaristi europei  a solidarizzare in varie forme con disertori, rifugiati ed obiettori di coscienza russi, bielorussi ed ucraini. [xiv]

Ma, leggendo le schede che sintetizzano la situazione normativa in 49 stati europei, è possibile anche farsi un’idea di come alla tendenza autoritaria a negare ogni possibilità di rifiuto del servizio militare si affianchi spesso quella a ripristinare, in vari modi, il servizio militare obbligatorio, per colmare –in una fase caratterizzata da crescenti conflitti armati – il dislivello nei vari stati tra le forze armate effettivamente operative ed il contingente di soggetti ipoteticamente reclutabili in caso di servizio militare di leva. Apprendiamo, ad esempio, che in Italia nel primo caso si tratta di 160.900 soldati, a fronte di un potenziale di ben 305.110 coscritti (52,7%). Più bassa è la percentuale in Spagna (48,7), Francia (48,2), Germania (46,7) o Danimarca (43,2), con una soglia ancor minore in Albania (25,8) e Svezia (24,3), fino a toccare il minimo assoluto del 10,8 in Islanda. [xv]

Apprendiamo inoltre che in alcuni stati europei la durata del servizio militare oscilla tra un minimo di 6 (Turchia) ed un massimo di 24 mesi (Armenia), con un servizio civile alternativo mediamente più lungo (quindi punitivo) per gli obiettori di coscienza.[xvi]  Ma soprattutto scopriamo che in diversi Paesi della stessa U.E. si fa assurdamente ricorso al reclutamento militare di soggetti in età inferiore ai 18 anni, arruolando – come nel clamoroso caso del Regno Unito e della Germania, volontari di soli 16 o 17 anni.

Non c’è da meravigliarsi, allora, se a far compagnia agli italiani nella previsione d’un pericoloso ritorno alla coscrizione obbligatoria (che comunque ancora sussiste in 1/3 dei 27 stati confederati nella U.E. [xvii]) troviamo inglesi e tedeschi, seguiti anche da francesi e spagnoli. Ovviamente è un frutto prevedibile del clima bellico che sta ‘riscaldando’ l’atmosfera politica comunitaria, con l’ascesa di partiti sovranisti e militaristi d’estrema destra, cui i governi di diverso segno tentano talvolta di porre un freno assecondandone gli accenti guerrafondai.  Ma cominciamo dal Regno Unito:

«Il primo ministro britannico Rishi Sunak si è impegnato a ripristinare il servizio nazionale obbligatorio se il partito conservatore al governo vincerà le elezioni nazionali del 4 luglio, suscitando un dibattito a livello nazionale su una politica che la Gran Bretagna ha abbandonato più di 60 anni fa. Secondo un annuncio fatto da Sunak domenica, ai diciottenni sarà data la possibilità di scegliere tra il servizio a tempo pieno nelle forze armate o il volontariato nella propria comunità. Il leader dei conservatori […] ha dichiarato che il programma promuoverà un “senso di condivisione degli obiettivi tra i nostri giovani e un rinnovato senso di orgoglio per il nostro Paese”. I partiti di opposizione hanno criticato il programma, affermando che le sue conseguenze per l’economia e la società non sono chiare». [xviii]

Il provvedimento proposto dal primo ministro conservatore – che probabilmente sarà sostituito nella guida dell’U.K. dal leader del Partito Laburista – non è dissimile da quello vagheggiato da Salvini, in quanto non prevede l’obbligo del solo servizio militare (cui per un anno parteciperebbero per un addestramento ‘selettivo’ non più di 30.000 giovani), ma anche la più appetibile opzione del servizio civile di un fine settimana al mese per un anno. Da un sondaggio YouGov del 2023, infatti, emerge che la maggioranza dei cittadini britannici sono favorevoli al servizio militare volontario, mentre al 64% si dichiarano contrari alla leva obbligatoria. Sta di fatto che quasi tutte le critiche – in U.K. come in Italia – hanno a che fare più con la denuncia dei costi esorbitanti di tali provvedimenti e della loro discutibile congruità con l’attuale assetto volontario delle forze armate, piuttosto che con effettive obiezioni etiche e/o politiche al ripristino d’un servizio militare generalizzato ed obbligatorio.  Ma intanto che cosa sta succedendo in Francia?

«Dal 2017, Emmanuel Macron ha deciso di aumentare il bilancio delle forze […] Fin dall’inizio dei suoi primi cinque anni di mandato, ha parlato di un ritorno a una forma di servizio militare e civile. In effetti, il Servizio Nazionale Universale (SNU) dovrebbe essere esteso a tutta la fascia d’età nel 2026. Questo sviluppo non è privo di perplessità, sia da parte politica, con alcuni partiti tradizionalmente antimilitaristi che denunciano il “reclutamento di giovani”, sia da parte dell’esercito stesso, che ritiene di non avere le capacità o le competenze per controllare un numero così elevato di giovani». [xix]

Anche in Francia – dove solo il 27% dei giovani tra 18 e 26 anni sono favorevoli al ritorno della leva – il dibattito resta molto vivace, perfino tra esperti di strategia militare. Va segnalato però che per un autorevole esponente di questo mondo, Vincent Desport (già direttore della Scuola di guerra francese) ci troviamo di fronte a minacce simili a quelle della guerra fredda, per cui sarebbe quindi necessario tornare alla coscrizione, con finalità di dissuasione nei confronti della minaccia russa. [xx]    E in Germania?

«A causa dei venti di guerra che soffiano sull’Europa, la riattivazione della leva obbligatoria, sospesa dal 2011, è un tema attualmente in discussione in Germania. E la Welt am Sonntag rivela le riflessioni in corso al Ministero della Difesa, guidato dal socialdemocratico Boris Pistorius, dove sono allo studio tre diverse opzioni […] la prima opzione sarebbe «la più cauta», prevedendo soltanto che chi abbia compiuto 18 anni nella Repubblica federale riceva del materiale informativo […] La seconda opzione prevede la reintroduzione della leva obbligatoria e dell’anno di servizio civile, che resterebbe volontario solo per le donne. […] La terza opzione prevede invece che l’anno di servizio militare o civile obbligatorio sia esteso a tutti i 18enni, senza distinzione di genere. Questo varrebbe però come servizio civile “generale”: nell’esercito come in altre istituzioni, vigili del fuoco, servizi sanitari e di protezione civile. La leva obbligatoria è stata sospesa nel 2011 dal governo di Angela Merkel […] Nei giorni scorsi anche la Cdu di Friedrich Merz ha manifestato l’intenzione di riattivarla, seppure progressivamente». [xxi]

Molto meno agevole, viceversa, è un percorso simile in Spagna, dove il governo a guida socialista ha smentito le voci secondo le quali ipotizzava di ripristinare la leva militare.

«La ministra della Difesa, Margarita Robles, ha affermato che in Spagna “non si punta ad avere il servizio militare obbligatorio” di nuovo. […]   Robles ha voluto insistere che non lo si recupererà “in assoluto, e credo che a nessuno ciò sia passato per la testa “. [xxii]

Va anche precisato, però, che: “In Spagna, dove la leva è stata abolita, i giovani vengono comunque considerati riservisti e potrebbero essere costretti a entrare nell’esercito in caso di emergenza e senza alcuna possibilità legale di opposizione, giacché l’obiezione non è più prevista dalla legge”. [xxiii]

Una leva…USA e getta?

Uno dei segnali più allarmanti ci arriva però dagli Stati Uniti, dove il servizio militare obbligatorio non è in vigore dal 1973, in seguito alla disastrosa guerra nel Vietnam, e dove quindi le forze armate hanno subito una notevole professionalizzazione. Fatto sta che, come in Italia, negli USA la leva (draft) è stata solamente sospesa, per cui i giovani hanno tuttora l’obbligo d’iscriversi al Sistema Selettivo Militare.

«L’ordine esecutivo del presidente Jimmy Carter del 2 luglio del 1980 n. 4471 affermò l’obbligo per i cittadini di sesso maschile di iscriversi, ai sensi del Military Selective Service Act del 1948 negli elenchi dell’agenzia governativa Selective Service System. La legge prevede, ad oggi, che tutti i cittadini statunitensi di sesso maschile tra i 18 ed i 25 anni di età si iscrivano alle liste tenute dall’agenzia, e che i trasgressori siano puniti con una multa fino a 250 000 dollari o quattro anni di reclusione in carcere…».[xxiv]

Se si visita il sito web di quell’ente governativo, oltre all’iniziale (e rassicurante) conferma che “allo stato non c’è alcuna leva”, si trovano poi altre utili informazioni sul suo possibile ripristino, nell’eventualità di un’emergenza per la sicurezza nazionale.

«1. Autorizzazione alla Leva: Il Congresso e il Presidente – Un’emergenza nazionale, che superi la capacità del Dipartimento della Difesa di reclutare e mantenere la sua forza totale, richiede al Congresso di emendare la legge sul servizio selettivo militare per autorizzare il Presidente a introdurre personale nelle Forze Armate. […] 4.Ordini di presentarsi al MEPS –Vengono inviati gli avvisi di arruolamento e i dichiaranti possono ora richiedere, se lo desiderano, un rinvio, una dilazione o un’esenzione. Gli immatricolati si presentano alla Military Entrance Processing Station (MEPS) locale per il reclutamento. Al MEPS, i dichiaranti vengono sottoposti a una valutazione fisica, mentale e morale per determinare se sono idonei al servizio militare. Una volta informati dei risultati della valutazione, il dichiarante viene introdotto nel servizio militare o rimandato a casa.  5. Attivazione delle Commissioni d’appello locali e distrettuali – Le Commissioni locali e d’appello iniziano a esaminare le richieste di classificazione dei dichiaranti come obiettori di coscienza, persone con difficoltà da dipendenza, studenti con rinvio, appelli. 6. Reclutamento dei primi arruolati -Secondo gli attuali requisiti del Dipartimento della Difesa (DoD), il Selective Service deve consegnare i primi arruolati alle forze armate entro 193 giorni dall’inizio di una crisi e dall’aggiornamento della legge per autorizzare la leva».[xxv]

Come si spiega in un articolo, il Servizio Selettivo del Ministero della Difesa richiede che ogni cittadino maschio da 18 a 25 anni, sia statunitense sia immigrato, vi si faccia registrare “per fornire una leva quanto più pronta, efficiente ed equa è possibile, qualora il Paese ne abbia bisogno”. [xxvi]  Eppure qualcosa di nuovo bolle in pentola anche negli USA, come rivela in un recente articolo l’esponente ambientalista Dennis Kuchinich, membro democratico della Camera dei Rappresentanti dal 1997 al 2013.

«Richiamo la vostra attenzione su un emendamento democratico al National Defense Authorization Act (NDAA), che è stato inserito nel disegno di legge sulla spesa per la guerra del Pentagono per quasi un triliardo di dollari, con voto orale, nella commissione House Armed Services. L’emendamento democratico a H.R. 8070, l’autorizzazione della difesa nazionale (NDAA) recita: “Sezione 531. Sistema di servizi selettivi: Registrazione automatica.  SEC. 3. (a) “Salvo quanto diversamente previsto nel presente titolo, ogni cittadino maschio degli Stati Uniti, e ogni altra persona di sesso maschile residente negli Stati Uniti, tra i diciotto e i ventisei anni, sarà automaticamente registrato, ai sensi del presente legge, dal direttore del sistema di servizi selettivi.” […] Gli Stati Uniti. attualmente hanno oltre 1.300.000 uomini e donne come soldati di carriera o volontari, che servono in forze armate del tutto volontarie.  Secondo la nuova legge sulla leva automatica, anche gli immigrati irregolari di età compresa tra i 18 e i 26 anni – se ne contano almeno 1,5 milioni – potrebbero essere reclutati, se dovesse applicarsi alle donne come agli uomini […] Il Congresso deve affrontare la questione della guerra, molto prima che il paese istituisca una leva automatica. Una leva automatica è una preparazione alla guerra, che altera drammaticamente la vita dei giovani americani. Essi meritano una risposta.  Tutti noi meritiamo una risposta. Il futuro dell’America è letteralmente in gioco». [xxvii]

Qualcuno negli Stati Uniti ha definito questo articolo “allarmista”, minimizzando la portata e gli effetti reali della modifica legislativa in questione.  Quel che è certo, però, è che i venti di guerra stanno impietosamente facendo ribaltare i fragili ombrelli democratici che dovrebbero tutelarci da ogni forma di revanscismo militarista e guerrafondaio.

Ancora più certo, a mio avviso, è che a salvarci dalla logica perversa del complesso militar-industriale non saranno solo provvedimenti normativi più o meno garantisti, ma in primo luogo una vera e diffusa coscienza dell’obiezione di coscienza, una vivace mobilitazione del popolo della pace e l’azione unitaria dei movimenti che da decenni non solo contrastano ogni guerra, ma propongono e diffondono alternative difensive civili, non-armate e nonviolente alla sua pretesa ineluttabilità.


Note

[i] Ermete Ferraro, “Obiezione di coscienza per resistere alla guerra e stimolare un’alternativa difensiva nonviolenta”, Ermetespeacebook.blog ,10.06.2024) > https://ermetespeacebook.blog/2024/06/10/obiezione-di-coscienza-per-resistere-alla-guerra-e-stimolare-unalternativa-difensiva-nonviolenta/  

[ii] Cfr. art. 1929 del Codice Ordinamento Militare (D. Lgs. 66/2010) > https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2010-15-03;66~art1485!vig=

[iii] Cfr. art. 1930 del C.O.M.  cit.

[iv] Cfr. art. 1932 del C.O,M  cit

[v]  “Ritorno alla leva, alla Camera la proposta di legge voluta da Salvini. Ma Tajani lo stoppa: “Troppo costoso”, la Repubblica, 21.05.2024 > https://www.repubblica.it/cronaca/2024/05/21/news/lega_leva_proposta_legge_camera-423056205/ . Cfr. anche: A. Greco, “Nuova leva obbligatoria: ecco il testo di legge e come funziona”, 23.05.2024 >       https://www.laleggepertutti.it/688150_nuova-leva-obbligatoria-ecco-il-testo-di-legge-e-come-funziona

[vi]  D. Allegranti, “Leva obbligatoria, Salvini: “Depositata la proposta di legge alla Camera”. Sei mesi di servizio civile o militare tra i 18 e 26 anni”, Quotidiano Nazionale, 21.05.2024 > https://www.quotidiano.net/politica/leva-obbligatoria-proposta-legge-ipzhpcjl

[vii] “Leva militare obbligatoria: pronto il disegno di legge della Lega”, Il Sole 24 ore, 21.05.2024 > https://www.ilsole24ore.com/art/pronto-disegno-legge-lega-reintrodurre-leva-6-mesi-obbligatori-i-giovani-18-e-26-anni-AGA5fUB

[viii] “La Lega deposita alla Camera la proposta sulla leva obbligatoria: 6 mesi tra i 18 e i 26 anni. Critiche dalle opposizioni e dall’alleato Tajani”, Il Fatto Quotidiano, 21.05.2024 > https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/21/lega-deposita-proposta-leva-obbligatoria-conte-diritti-no-elmetto-schlein-futuro-no-fucile/7556751/

[ix] S. Micacci, “Leva obbligatoria e servizio militare, nuova legge in Parlamento: i dettagli”, Money.it , 14.08.2017 >  https://www.money.it/leva-obbligatoria-servizio-militare-legge-Parlamento-Lega-Nord

[x] D. Particelli, “Mini-leva volontaria di 40 giorni: la proposta di La Russa”, La Gazzetta, 11.12.2022 > https://www.gazzetta.it/attualita/11-12-2022/mini-leva-militare-volontaria-di-40-giorni-la-russa-annuncia-la-proposta-di-legge.shtml?refresh_ce

[xi] Ibidem

[xii] Cfr. in proposito un’indagine svolta nel 2022, di cui riferisce G. Di Lorenzo: “Leva militare obbligatoria? Ecco cosa ne pensano gli italiani”, il Giornale, 26.08.2022 > https://www.ilgiornale.it/news/politica/leva-militare-obbligatoria-sondaggio-cosa-ne-pensano-2061446.html

[xiii] Cfr.  European Bureau of Conscientious Objection, Annual Report – Conscientious Objection to Military Service in Europe 2023/24 > https://ebco-beoc.org/sites/ebco-beoc.org/files/2024-05-15-EBCO_Annual_Report_2023-24.pdf

[xiv] In particolare la “Object War Campaign”, promossa da Connection e.V., International Fellowship of Reconciliation, European Bureau for Conscientious Objection and War Resisters’ International, cui hanno aderito anche altre organizzazioni > Cfr. https://en.connection-ev.org/article-3667  e https://www.miritalia.org/2022/09/21/comunicato-stampa-lancio-della-campagna-obiezione-alla-guerra-objectwarcampaign/

[xv]  EBCO Report, cit. tav. 3, pp. 166-167

[xvi] Ivi. tav. 4, p. 168

[xvii] M. Pedrazzoli, “I Paesi europei tornano a discutere sull’introduzione della leva militare obbligatoria. In nove c’è ancora”, EuNews, 15.05.2024 > https://www.eunews.it/2024/05/15/leva-militare-obbligatoria-europa-naja/

[xviii] “UK’s Sunak eyes national service: What is it and which countries have it?”, Al Jazeera, 28.05.2024 > https://www.aljazeera.com/news/2024/5/28/uks-sunak-eyes-national-service-what-is-it-and-which-countries-have-it

[xix]  M. Asseo, “Avec la guerre aux portes de l’Europe, doit-on réintroduire le service militaire obligatoire pour les jeunes français ?”, Europe 1, 24.02.2024 > https://www.europe1.fr/societe/avec-la-guerre-aux-portes-de-leurope-doit-on-reintroduire-le-service-militaire-obligatoire-pour-les-jeunes-francais-4232304

[xx]  Ibidem

[xxi] A. Carli, “In Germania tre opzioni per riattivare il servizio di leva. In Italia Salvini apre, no di Crosetto”, Il Sole 24 ore, 13.05.2024 > https://www.ilsole24ore.com/art/in-germania-tre-opzioni-riattivare-servizio-leva-italia-salvini-apre-no-crosetto-AFKWyZyD . Sul tema cfr. anche: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/06/14/germania-il-piano-della-difesa-per-tornare-alla-leva-militare-selezioni-obbligatorie-per-i-18enni-maschi-primo-obiettivo-22mila-nuove-reclute/7586129/

[xxii] M. Pina, “Margarita Robles: “No va a haber servicio militar obligatorio”, El Mundo, 21.03.2024 > https://www.elmundo.es/espana/2024/03/21/65fc2caae4d4d83e0e8b45c3.html  Cfr. anche: https://www.cope.es/programas/herrera-en-cope/noticias/posible-que-vuelva-servicio-militar-obligatorio-espana-este-escenario-20240611_3344829

[xxiii] Europe for Peace, “La guerra è tornata nel cuore dell’Europa e si torna a parlare di servizio militare obbligatorio”, Pressenza, 07.03.2023 > https://www.pressenza.com/it/2023/03/la-guerra-e-tornata-nel-cuore-delleuropa-e-si-torna-a-parlare-di-servizio-militare-obbligatorio/ .

[xxiv] Cfr. l’articolo sul “servizio militare” in Wikipedia > https://it.wikipedia.org/wiki/Servizio_militare

[xxv]  Selective Service System > https://www.sss.gov/about/return-to-draft/#s1

[xxvi] Cfr. A. M. Asperin, “US military draft: What you need to know”, Fox 10 Phoenix, 14.04.2024 > https://www.fox10phoenix.com/news/us-military-draft-age-iran-israel-drone-attack

[xxvii] D. Kuchinich, “America Prepares for Global War and Restarts the Draft for 18-26 year olds”, 13.06.2024 > https://denniskucinich.substack.com/p/america-prepares-for-global-war-and?utm_campaign=post&utm_medium=web&triedRedirect=true – Leggi anche: R. Jimison, “Congress Debates Expanded Draft Amid Military Recruitment Challenges”, The New York Times, 19.06.2024 > https://www.nytimes.com/2024/06/19/us/politics/military-draft-women.html#:~:text=The%20United%20States%20military%20has,eligible%20to%20be%20called%20up.

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