CAMPANIA ELETTORALE…

 
Devo ammetterlo: ho le idee un po’ confuse. Sarà colpa dell’incipiente allergia primaverile (ho scoperto per caso che il 21 marzo ricorre, la “giornata dell’allergia”, in preoccupante concomitanza con quella “per la sindrome di Down”…) oppure dipende da qualche altra forma di senilità precoce, ma sta di fatto che quello che leggo sui giornali e sento per televisione mi lascia sempre più perplesso…
Nel nostro strano Paese ormai sta accadendo di tutto. Stiamo da anni in guerra con alcuni stati senza che il Parlamento lo abbia mai dichiarato ufficialmente, e nel mentre continuiamo allegramente ad esportare armi agli uni e agli altri. Hanno rilanciato la corsa al nucleare, mettendosi sotto i piedi il referendum che ce ne faceva uscire e scavalcando pesantemente le competenze regionali. Stiamo assistendo ad una preoccupante “verticalizzazione” della democrazia politica, che ha trasformato l’Italia in un Paese di Prefetti, Commissari Straordinari e “governatori” d’inesistenti ‘stati uniti’, accarezzando ipotesi presidenzialiste e federaliste in barba ad una Costituzione che definisce la nostra repubblica come unitaria e parlamentare. Abbiamo sotto gli occhi un diffuso e trasversale sistema politico-affaristico, che fa impallidire quello della c.d. “prima repubblica” e che colpisce per la sua rozzezza becera e per l’arroganza da impuniti dei protagonisti.
Peraltro, l’unico effetto evidente della “semplificazione” del dibattito politico apportata dal sistema maggioritario e teoricamente bipartitico è stata la proliferazioni di liste personali ed opportunistiche e la progressiva perdita, da parte degli elettori, di ogni reale possibilità di determinare le scelte.
Non parliamo poi dell’economia e della cocciuta e suicida rincorsa ad un modello di sviluppo che mostra sempre più il suo limite, che poi è proprio quello di non volersi dare dei limiti, sia ecologici, sia di giustizia sociale, sia più generalmente etici.
Di fronte a questo sfascio politico-istituzionale, economico e ambientale, però, non si riesce ad avvertire una risposta chiara, realmente alternativa e collettiva, da parte di chi attacca a parole queste ed altre scelte scellerate, ma non riesce a proporre qualcosa di davvero diverso, che sia credibile e, al tempo stesso, capace di coinvolgere cittadini sempre più sfiduciati e rinunciatari. 
Queste elezioni regionali mi sembrano la prova della disaffezione e delusione di un elettorato cui sono stati tolti tutti i punti di riferimento ideologici tradizionali, cercando di coprire il vuoto d’idee forti e condivise con personalismi individualistici e con un banale lobbismo elettorale.
Probabilmente non sono soltanto io a sentirmi confuso e perplesso, visto che in giro si respira un’aria di scetticismo e di qualunquismo, maldestramente esorcizzata da un attivismo propagandistico e dal tentativo di virtualizzare sempre più il confronto politico, affidandolo a dichiarazioni ai giornali, spot televisivi, mega-manifesti ed appelli sui social network.
Come cittadino della“Campania infelix”, fra l’altro, mi si propone di scegliere fra un socialista rampante che guida la coalizione di centro-destra ed un ex-comunista “liberal” che guida la coalizione di centro-sinistra. Il primo richiama con chiarezza la sua “novità” all’adesione incondizionata alla cosiddetta “politica del fare” di Berlusconi, mentre il secondo lancia il suo motto “cambiare tutto”, piuttosto sconcertante direi, sia perché lascia trasparire una grinta rivoluzionaria che sinceramente mi sfugge, sia per il fatto che finora in Campania ha governato il centro-sinistra, guidato da un leader del suo stesso partito.
Ditemi voi, allora, se ho torto a sentimi confuso di fronte a questa strana…Campania elettorale !
L’alternativa?… Ecco, diciamo che sulla carta ci sarebbe, se non fosse che a sinistra del PD è continuata la frammentazione delle forze politiche una volta definite “sinistra radicale”. Si va dalla precaria coalizione dei partiti comunisti alla sciagurata divaricazione dei verdi (ambedue, peraltro, schierati col candidato del centro-sinistra…), fino a giungere ai “grillini” della lista cinque stelle ed ai grilliparlanti del dipietrismo di lotta e di governo.
Non c’è che dire: il quadro politico che ne emerge è decisamente sconfortante e, soprattutto, poco capace di trascinare la gente in una competizione elettorale senza storia e senza geografia, che ha visto ritornare dal nulla volti e nomi di altri tempi. Volti spesso decisamente preoccupanti e nomi evocanti la vecchia cucina democristiana e socialista, ripresentata però in maniera ancor meno leggibile e sempre più ambigua…
Sì, oggi è la giornata contro le allergie, ma questo non basta a rendermi meno allergico a questa parodia di campagna elettorale. Da sempre i politici hanno cercato di darcela a bere, ma adesso – ora che hanno privatizzato perfino l’acqua – questo rischia di costarci anche di più…!
E’ vero: sono maledettamente confuso. E non perché io non riesca a scegliere fra i vari messaggi politici, ma proprio perché – nella generale preoccupazione dei candidati di strizzare l’occhio a tutti – non si riesce più a trovarne uno chiaro, di messaggio.
Temo, allora, che in stato confusionale si trovi ormai la politica, non gli elettori. Ma questo non si può dire, altrimenti si passa per qualunquisti e disfattisti. E allora continuiamo a far finta di appassionarci agli acuti e polemici scambi verbali tra i vari leader, alle promesse di “novità” provenienti da vecchie volpi di partito, alle contrapposizioni nette fra le coalizioni maggiori, destinate a liquefarsi dopo le prime sedute del prossimo consiglio regionale.
Anch’io farò finta di ascoltare il richiamo dei comizi e degli appelli, cercando di sentirli come se fossero rivolti direttamente a me. E questo perché, ricordando la celebre frase di Hemingway, mi viene da pensare: "E allora, non chiedere per chi suona la Campania. Essa suona per te".
 
© 2010 Ermete Ferraro
 

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